Quando l’innovazione si intreccia con la memoria, nascono progetti che non solo guardano al futuro, ma custodiscono e rinnovano le storie che hanno fatto la tradizione di un territorio. È il caso della storica Pasticceria Franco di Ancona, che torna a nuova vita attraverso Frengus, una startup di giovani imprenditori che hanno deciso di coniugare arte pasticcera e nutrizione moderna: prodotti dolci e salati chetogenici, senza zuccheri raffinati né allergeni, pensati per chi cerca benessere e gusto: un’impresa giovane che raccoglie l’eredità del passato per rilanciarla con spirito contemporaneo. Ma non solo: c’è il progetto di una piattaforma che aiuterà i ragazzi ad apprendere la matematica attraverso il gaming, un’app per personalizzare le playlist e trasformarle in regali “su misura”, un sistema integrato per il benessere degli animali, dall’alimentazione su misura, al pet taxi, e molto altro.
Sono dieci in totale i progetti giovanili finanziati nell’ambito del bando comunale per la nuova imprenditoria, promosso dal Comune di Ancona e dai Comuni partner di Maiolati Spontini e Sassoferrato, nell’ambito del progetto StartAn, sostenuto da ANCI e dal Dipartimento per le Politiche Giovanili. Tutti i progetti presentati sono stati ammessi e riceveranno un contributo in base ai criteri stabiliti. L’obiettivo? Dare un concreto supporto alla creazione e allo sviluppo di nuove imprese under 35, rafforzando l’ecosistema locale dell’innovazione e promuovendo una cultura imprenditoriale radicata nei territori.
Otto startup provengono da Ancona, una da Sassoferrato e una da Maiolati Spontini. I settori sono diversi, ma uniti da un filo comune: sostenibilità, innovazione, impatto sociale.
«La nuova imprenditoria delle startup – afferma Marco Battino, assessore allo Sviluppo imprenditoriale, all’Università e alle Politiche giovanili – rappresenta un asse strategico per il futuro della città capoluogo e dell’intera provincia. Non si tratta infatti solo di nuove attività economiche, ma di idee che nascono dal territorio e che, se accompagnate nel modo giusto, possono produrre valore diffuso, anche in termini sociali e culturali».
Hom(i)e, fondata ad Ancona da due under 30, propone un sistema integrato per il benessere degli animali da compagnia: dal test del DNA per diete su misura a pet taxi, toelettatura, accessori, attività domiciliari e consulenze, fino al coinvolgimento di giovani inoccupati e anziani in un modello relazionale e comunitario.
District 35, sempre ad Ancona, trasforma un locale dismesso in via Marconi in uno spazio condiviso per professionisti e piccoli imprenditori, rispondendo alla crescente domanda di luoghi flessibili per il lavoro autonomo.
Navigo, spin-off dell’Università Politecnica delle Marche, punta sull’intelligenza artificiale per rendere i trasporti urbani più efficienti e intelligenti. Altrettanto ambizioso OmnIAroad, una piattaforma proposta da una giovane ricercatrice che unisce sharing mobility, ausili elettrici, navigatori accessibili, volontari geolocalizzati e informazioni su barriere architettoniche per garantire spostamenti inclusivi e sostenibili.
Con Spherecube, un altro spin-off UnivPM, l’innovazione si fa materia: una stampante 3D progettata per lavorare con vitrimeri – resine avanzate, riparabili e riciclabili – unica nel suo genere a livello mondiale.
Tunehey invece è una piattaforma digitale che trasforma la musica in un regalo personale e immateriale: brani in streaming, testi, immagini e messaggi vocali per costruire esperienze di ascolto emotive e sostenibili.
Tupitago, con sede ad Ancona, è una startup a forte vocazione educativa che propone una piattaforma di apprendimento della matematica e delle materie scientifiche per studenti delle scuole superiori, con l’uso di intelligenza artificiale, gamification e realtà aumentata per la visualizzazione 3D dei concetti.
A Maiolati Spontini opera Unizone, agenzia di comunicazione che intende offrire servizi avanzati di marketing e consulenza alle imprese locali, sfruttando l’automazione digitale e una narrazione video creativa e dinamica.
Completa il quadro Agreste Agriturismo, realtà di Sassoferrato che punta a espandere la propria offerta di conserve vegetali e trasformazione conto terzi, attraverso formazione, software gestionali e rinnovamento dell’identità aziendale.
Il bando, attivato a marzo 2025, ha messo a disposizione un fondo di 78.500 euro. Dieci realtà imprenditoriali che rappresentano dieci visioni differenti, tutte accomunate dalla voglia di incidere sul presente e costruire un futuro più giusto, intelligente, sostenibile. E che dimostrano come, anche nel mondo delle startup, scommettere sui giovani possa voler dire rinnovare una tradizione, senza rinunciare alla spinta verso l’innovazione.
Margherita Rinaldi
(Immagine di copertina realizzata con AI)
Alcuni dei vincitori del bando alla conferenza stampa di presentazione
Lo sport è protagonista dell’estate anconetana con una serie di appuntamento che toccano diverse discipline e che culmineranno nella III edizione della Festa dello sport.
Estrae colori da piante e raguse, come secoli fa, con le stesse tecniche artigianali talentuose, nella sua bottega nel centro storico anconetano. E ci racconta, in particolare, della storia del guado (Isatis Tinctoria), noto con il nome di pianta blu, che veniva esportato fin dal 1200 dal porto di Ancona. A farci scoprire la storia di questa pianta originaria del Caucaso, presente in Europa sin dalla Preistoria divenendo una risorsa economica primaria in molti territori, è Massimo Baldini, fondatore di Tintúra.
“Il guado, nonostante non sia oggi molto conosciuto – ci racconta – è stato famosissimo dal Medioevo in poi, quando scoppiò la moda del blu, al punto da diventare noto come “oro blu”, poiché era l’unica pianta disponibile come colorante naturale in grado di donare una tonalità azzurra di grande qualità non solo a livello cromatico, ma anche di resistenza alla luce e all’usura. Venne usato, oltre che per tingere tessuti ed arazzi, anche per miniare libri e per realizzare opere pittoriche, divenendo così merce di grande pregio”.
La fama del guado si è poi bruscamente interrotta nel corso del Seicento, quando per ottenere il pigmento azzurro-blu si iniziò a utilizzare l’indaco, più semplice da estrarre e più economico. Nel 1800 poi, sembra avere la possibilità di tornare alla ribalta ma a causa della rivoluzione nel modo tecnico e scientifico dei metodi di produzione, la colorazione naturale viene del tutto soppiantata dai nuovi colori artificiali. Dal seme della pianta del guado è anche possibile ottenere un olio ricco di proprietà e adatto all’utilizzo nella cosmetica e nella saponeria.
Ma perché parliamo di guado e del suo legame con le Marche e la città di Ancona?
Lo facciamo proprio grazie a due storici marchigiani, Corrado Leonardi e Delio Bischi: il primo, negli anni ‘70 ha scovato nelle Chiese della Valle del Metauro tovaglie d’altare tessute in lino e cotone, colorate a fasce blu di turchino di guardo, pezzi unici di rara bellezza che furono cruciali per scoprire l’importante produzione di guado del territorio. Bischi invece, negli anni ‘80 scopre e cataloga 50 macine da guado in pietra, reperti di “archeologia industriale” ritrovati nella provincia di Pesaro-Urbino che testimoniano l’importante produzione della regione. Ed ecco come la nostra città entra all’interno della storia: il guado marchigiano era così importante in Europa che dalla metà del 1200 in avanti fu oggetto di importanti scambi commerciali ed esportato attraverso il porto di Ancona, come testimoniato dalla documentazione d’archivio.
Ed è proprio grazie all’incontro con questi due storici che Baldini si interessa alle piante tintorie e comincia la sua ricerca per riprendere in mano il processo di tintura con i coloranti naturali. Non è solo spinto dalla curiosità e dalla passione, ma soprattutto dalla volontà di ridare valore ad un passato che racconta molto del nostro territorio e per la necessità di riportare la sostenibilità nell’industria manifatturiera, considerando l’impatto ambientale che hanno i coloranti chimici che vengono usati oggi.
Ma non si è fermato al guado, lavora oggi con circa 40-50 piante tra coltivate, spontanee e prese dagli scarti delle produzioni agricole per creare una gamma di colori completi in un processo altamente sostenibile: per esempio lo scotano, il peperone, il melograno e tante altre piante che sono ottimi coloranti per diversi tipi di materiali, anche nuovi e strettamente connessi alla città: materiali di scarto delle barche, pelli di animali acquatici, olio ottenuto dal guado e saponi. La sua ricerca e la sua attività sono create in collaborazione con realtà del territorio per creare e valorizzare un network sul colore.
Un’altra sostanza colorante, molto più nota del guado e che ha un forte legame con Ancona è la porpora, ottenuta con lo stesso sistema estrattivo del guado e che poi diventa pigmento. Da che cosa si ottiene? Dal murice spinoso, noto e amato dagli anconetani come ragusa, molto più nella tradizione culinaria che in quella tessile. Baldini è ripartito anche dalle raguse per creare e utilizzare la sua porpora ‘made in Ancona’.
Ma c’è anche un’altra curiosità, forse non nota ai più, che ci parla di un’inaspettata eccellenza anconetana: “La città primeggiava infatti – dice Massimo – nell’industria del sapone e per questo importava grandi quantità di allume, impiegato anche come fissante nell’industria tessile, e di ceneri dal Libano e dalla Siria, che servivano specificamente per emulsionare i grassi del sapone con l’acqua”.
Ancona tra ‘400 e ‘500 è stata la capitale del sapone in Europa, e con l’olio di oliva marchigiano ha iniziato a produrre un sapone noto come “sapo anconitanum” in cui – non essendo ancora disponibile la soda caustica – veniva aggiunta la Salsola soda, che conosciamo oggi come la pianta degli agretti e in Ancona come roscani. Ed era proprio Ancona importare la salsola soda da Siria e Libano: una volta arrivata in città veniva emulsionata con l’olio di oliva e da qui, il prodotto creato nelle oltre centro saponerie della città, veniva esportato in tutta Europa.
Guardate il suo racconto in video: nella bottega di Baldini si fa un viaggio nel tempo alla scoperta di un colore unico che ci ricorda il cielo e il mare, tra i sapori e le alchimie e che ci ha mostrato un pezzo inedito della storia della nostra città.
Un materasso sporco, consumato, piazzato al centro di una camera da letto elegante. Un’immagine d’impatto, volutamente disturbante, che diventa il cuore della nuova campagna lanciata da AnconAmbiente. Il messaggio è diretto: “E se lo abbandonassero a casa tua?”. Perché quello che non accetteremmo mai tra le pareti domestiche finisce troppo spesso per essere ignorato nello spazio pubblico.
La campagna, partita simbolicamente il 21 giugno – solstizio d’estate, giornata più lunga dell’anno e metafora di nuova luce e consapevolezza – mette al centro il tema del decoro urbano. Non più solo come questione estetica, ma come espressione concreta di rispetto, appartenenza e civiltà.
La scelta del materasso non è casuale. È il rifiuto ingombrante più frequentemente abbandonato sul territorio servito da AnconAmbiente. Portarlo nel cuore di una camera da letto pulita e raffinata, un luogo intimo, ordinato, che rappresenta la nostra idea di casa, serve a creare uno shock visivo e culturale. Nessuno ci dormirebbe sopra. Ma fuori, per strada, diventa “accettabile”. Il messaggio è chiaro: la città è casa tua. Trattala come tale.
Altro protagonista della campagna è un vecchio divano, logoro e fuori contesto, collocato nel centro di un salotto moderno e curato. Anche qui, l’invito è a immaginare di viverci accanto, di sedersi lì, ogni giorno. Una scena che risulterebbe inaccettabile tra le mura domestiche, eppure nelle nostre strade è diventata una triste abitudine. L’obiettivo della campagna è proprio questo: ribaltare il punto di vista e portare il senso del “privato” nello spazio pubblico.
La campagna arriva in un momento in cui tutti i Comuni gestiti da AnconAmbiente – tra cui Ancona, Fabriano, Sassoferrato, Cerreto d’Esi e Serra De’ Conti – hanno superato il 65% di raccolta differenziata. Numeri importanti, che permettono ora di alzare l’asticella: non più solo informazione tecnica, ma un vero e proprio cambio di sguardo. Il decoro urbano viene raccontato come patrimonio collettivo, segno tangibile di una comunità consapevole.
Nei mesi estivi, i territori serviti da AnconAmbiente diventano meta per migliaia di turisti. Chi arriva è attratto dalla bellezza del paesaggio collinare, dalla storia dei borghi, ma anche dal mare e dalle spiagge. Mostrare strade pulite, spazi curati e rifiuti gestiti correttamente non è solo un dovere civico, è anche una forma di ospitalità. Un modo per dire: “Benvenuti, qui ci prendiamo cura di ciò che abbiamo”.
La campagna ricorda che esistono alternative concrete all’abbandono. Il ritiro dei rifiuti ingombranti è gratuito e facilmente attivabile attraverso il numero verde 800.680.800 o dal sito www.anconambiente.it. Inoltre, ci sono i CentrAmbiente, luoghi attrezzati per conferire correttamente e senza costi divani, materassi e altri rifiuti ingombranti. Il messaggio pratico è efficace nella sua semplicità: È gratuito. È semplice. È doveroso.
Questa campagna sceglie di non puntare il dito, ma di coinvolgere. Non si limita a parlare di rifiuti, ma di relazioni, cultura, rispetto. Perché ogni strada, ogni piazza, ogni angolo della città racconta chi siamo. E prendersene cura è un gesto che parte da ciascuno di noi. Un materasso abbandonato non è solo un oggetto fuori posto. È un segnale. E oggi, più che mai, abbiamo bisogno di città che parlino di attenzione, dignità e convivenza.
C’è un filo sottile, eppure fortissimo, che unisce la terra, le rocce e la narrazione epica. Un filo che Stefano Cardellini, geologo oggi, da pochissimo, in pensione, ha seguito con passione per dare vita a un progetto letterario: raccontare Ancona e le sue origini con la forza del romanzo storico. Dopo una lunga carriera nel Comune di Ancona e all’Ufficio per la Ricostruzione post-sisma della Regione Marche, è proprio dal suo lavoro che nasce la passione per la scrittura. “Dal mio lavoro che – spiega – guardando le rocce e il terreno, mi porta sempre a chiedermi: com’era in passato questo posto? E come potrebbe cambiare in un futuro?”.
Un giorno, racconta, si è ritrovato a fantasticare su una cartina topografica del Comune di Ancona, immaginando come poteva essere la morfologia del territorio ai tempi degli antichi Dori, e come l’uomo avesse inciso sul suo cambiamento. Così ha iniziato a pensare a Portonovo, alla falesia, e a come potesse essere cambiata nei secoli. “Portonovo doveva avere una conformazione simile all’attuale costa delle Due Sorelle perché le due frane che l’hanno cambiata, rendendola come la conosciamo oggi, non erano ancora avvenute. La falesia era molto più avanzata”. E da lì il passo verso la narrazione è stato breve: “E la città? Come era a quel tempo? Di sicuro poco più di un villaggio con poche case greche e molte capanne. Villaggi piceni e pochissimi abitanti. Come il porto, che ora si spinge fin quasi alla stazione, circoscritto sotto la collina del Duomo”.
Tra le opere di Stefano Cardellini spicca proprio Ankon, una trilogia interamente dedicata agli albori della storia della città di Ancona. Un progetto nato dall’amore profondo per la sua terra e dal desiderio di darle voce. “Ancona 2400 anni fa era tanto importante che batteva moneta e commerciava con l’Egeo, (nulla da invidiare a Roma che stava appena nascendo) e oggi è così poco considerata e conosciuta nonostante la sua storia. Quasi per rivalsa (di Roma hanno scritto in tanti ma di Ancona pochissimi), ho voluto romanzare la sua fondazione e gli anni successivi”.
Così, dopo anni di studi su testi storici – sugli usi e costumi di Siracusa, della Magna Grecia, dei Piceni, dei popoli dell’Egeo e dei Galli Senoni – ha costruito “un substrato veritiero sul quale far scendere il romanzo”. Dopo la fase di ricerca, è arrivata quella della progettazione delle storie e poi la scrittura.
La trilogia, che ha come protagonista Ares, racconta in tre tappe una grande epopea fondativa.
Il primo volume, ANKON, è ambientato nel 367 a.C., nella giovane colonia dorica dell’Adriatico, fondata vent’anni prima da esuli dissidenti, fuggiti dalla tirannide di Dionisio I, despota di Siracusa. Racconta “la lotta per la libertà di questo giovane popolo, che unito ai Piceni del luogo, combatte le angherie della grande Siracusa per la sua indipendenza”. Il motore della vicenda è il rancore personale: Niseo, nobile aretusano, a seguito di un vecchio torto subito, spedisce un gruppo di mercenari ad Ankon, per uccidere suo fratello Terentios, capo di quella comunità, e sterminare la sua famiglia. Questi non riescono nell’intento, ma rapiscono Maia, la figlia minore di Terentios, e la portano a Minoia, nel Peloponneso. “Qui inizia l’avventuroso viaggio di Ares, suo fratello, che a capo di un manipolo di guerrieri dorici e piceni, parte alla sua ricerca”. Il viaggio toccherà Siracusa, l’oracolo di Delfi, le strade della Magna Grecia, fino all’isola di Ortygia, l’inespugnabile Minoia e Sparta. “Tra un susseguirsi di avventure, combattimenti, e tradimenti, arriveranno a liberare la giovane Maia ed a tornare ad Ankon. In tempo per la battaglia finale, che vedrà uniti il popolo dorico con i guerrieri piceni, contro la grande flotta siracusana, per la loro libertà dalla tirannide”.
Nel secondo libro, Il signore di Ankon, siamo vent’anni dopo. Ares è divenuto il signore della colonia e ha ricucito i rapporti con Siracusa. Ma una nuova minaccia incombe: Cartagine. “Timoleonte, che da poco aveva deposto Dionisio il giovane diventando il nuovo tiranno di Siracusa, si trova a fronteggiare una nuova minaccia.” Per comprendere le intenzioni dei nemici, Timoleonte manda ad Entella Alexis il Dorico, vecchio amico di Ares. Ma Alexis viene tradito, fatto prigioniero e condotto a Morthia dal generale cartaginese Mato. “A quel punto Ares ed i suoi amici si vedono costretti a rimandare il loro ritorno ad Ankon per correre in suo aiuto.” Inizia così un nuovo viaggio: “Tra scontri ed imboscate, si trovano a lottare contro gli assassini cartaginesi affidandosi unicamente al loro coraggio, alla forza di Bakari, l’agilità di Crati, e l’abilità militare di Ares.” Il romanzo culmina nella grande battaglia del Crimiso, al fianco dell’esercito di Timoleonte, “tra un susseguirsi di combattimenti, arriveranno a sconfiggere i cartaginesi in un’ultima battaglia campale per la liberazione della Sicilia dalla minaccia punica.”
Nel terzo e ultimo volume, La battaglia di Ankon (con i Senoni n.d.r.), la città ha prosperato: “L’emporio di Ankon è cresciuto. La città dorica ha aperto nuove rotte per il commercio con i greci dell’Egeo ed è diventata una realtà del Mar d’Adria. Le pietre bianche di Dimos abbelliscono le case che come funghi nascono nel nuovo quartiere della valle degli orti, e ogni famiglia veste con i preziosi tessuti di Lissos. Ma proprio quando la pace e la serenità governano, e tutto sembra filare liscio, una nuova minaccia bussa alle porte. Poco più a nord, nella città di Xena gallica, Belloveso, sovrano del popolo dei Senoni, trama per la conquista del porto dorico. Spinto dall’affievolirsi dell’oro nei suoi forzieri, stanco di pagare ai Dori la traversata del mar d’Adria per i suoi guerrieri che invia a combattere in Grecia al soldo dei principi ellenici, mette in guardia il suo esercito e marcia sulla “dorica”. In una battaglia sanguinosa ferisce Ares e la conquista. Rifugiati a Numana, città picena da sempre alleata di Ankon, una volta guarito, Ares manda Bakari e Crati a rapire i gemelli di Belloveso e sua sorella Maia con Ciril a chiedere aiuto ai piceni di As-clon e Permu. In poco tempo un nuovo esercito si forma al suo comando e marcia per la liberazione della città dorica dove avverrà la battaglia finale”.
Non c’è nulla dell’Ancona contemporanea nella trilogia, spiega l’autore, perché la città ha subito troppi cambiamenti, “sia naturali che dovuti all’uomo”. Tuttavia, un tratto è rimasto, a suo avviso: “Forse solo il carattere fiero degli anconetani che, come unione del popolo piceno e dorico, lottano sempre tra un aspetto pratico e uno spirituale”.
Il legame con il territorio è evidente anche nella scelta dei luoghi narrati: “Da quello che meglio conosco, da quello che ho amato leggere e studiare e soprattutto dai ricordi indelebili che ognuno di noi si porta dentro”.
Il personaggio a cui Cardellini è più affezionato è Ares: “perché è un uomo giusto e retto e ama il suo popolo.” Ma ama anche Maia, “donna libera”, e Bakari, “maestro d’armi che come schiavo liberato ha imparato ad amare Ares come un figlio”.
Il suo metodo di lavoro è rigoroso e appassionato: “Tutto nasce da un’idea (mi deve affascinare), segue lo studio lungo e meticoloso delle fonti e dei testi, poi inizia la progettazione del romanzo: per prima cosa stendo una mappa concettuale, poi lo schema dei capitoli, in cui il romanzo prende forma nella lunghezza e nelle tracce che poi si uniranno nel racconto, poi la caratterizzazione dei personaggi. Alla fine passo ai mesi di scrittura, di correzione e tutto il resto, editing compreso”.
Ankon è stato presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino nel 2021, e in numerose mostre e fiere editoriali nelle Marche, compresa Ancona. Ma la sua avventura di scrittore era iniziata già prima, con il romanzo La maestra di Palazzo di Arcevia (inizialmente intitolato Libera scuola di vita), in parte autobiografico. Da allora, la produzione di Cardellini si è arricchita di altri titoli come Gli uomini dei tre presidii, Le tre torri del Conero, Isole di plastica, opere che si possono trovare nella sua pagina autore su IBS: Stefano Cardellini | IBS.
Con oltre 100 ospiti e più di 40 appuntamenti, UlisseFest porterà ad Ancona dal 4 al 6 luglio tre giornate dense di suggestioni, riflessioni e immaginazione, con un ricco calendario di anteprime che precederanno il cuore del festival. Tra gli ospiti di questa edizione: Licia Colò, Maurizio de Giovanni (che ha già animato una bellissima anteprima) Edoardo Prati, Max Gazzè, Coma_Cose, Vincenzo Schettini, Daniel Lumera, Jan Brokken, Vittorio Lingiardi, Chiara Barzini, Matteo Bordone, Marco Maccarini, Gianluca Vitiello e tanti altri. Numerose sono le attività sviluppate in collaborazione con enti del turismo italiani e stranieri: Tahiti, Cina, Slovenia, Svizzera e la Ferrovia Retica, Toscana e Genova.
Suggestivo il tema di questa edizione: : “E ancora mi stupisco” che celebra la capacità di meravigliarsi, di lasciarsi ancora sorprendere dal mondo proprio quando ci sembra dominato da conflitti e ferito nella sua bellezza. È il momento in cui il viaggio smette di essere occasione di semplice svago e diventa un’intensa esperienza personale, fatta di incontri, immagini e racconti che cambiano il nostro modo di vedere le cose.
Come ogni anno, UlisseFest resta fedele alla sua natura itinerante e diffusa, coinvolgendo molti dei luoghi più suggestivi del capoluogo marchigiano. Sarà all’Arena sul Mare, alla Mole Vanvitelliana e nei teatri, nelle logge e nelle piazze. La cornice ideale per un festival che vuole essere punto di approdo e incontro tra storie, culture e idee, dove l’incanto del viaggio si trasforma in esperienza viva e condivisa.
Per avvicinarsi al festival, la seconda anteprima è prevista il 26 giugno, al Teatro delle Muse con Edoardo Prati e lo spettacolo Come è profondo il mare: un viaggio che si rivela una riflessione potente sull’identità, il desiderio di conoscersi e il significato delle parole persone (prevendite su Vivaticket). Poi si entrerà nel vivo: opening Day giovedì 3 luglio: Ancona diventa teatro di una sessione speciale delle selezioni ufficiali del Campionato Mondiale di Pesto Genovese al Mortaio®️. Un appuntamento vivace e coinvolgente, guidato da Roberto Panizza, che unisce cultura gastronomica e tradizione ligure.
Il potente richiamo di un luogo iconico come la Polinesia francese aprirà la serata con il vernissage della mostra Isole di Tahiti: l’anima primordiale, esposizione fotografica che racconta l’essenza di Tahiti, tra paesaggi ancestrali e culture millenarie. In collaborazione con Tahiti Tourisme. Di seguito un altro vernissage: quello della mostra dell’Assessorato alla Cultura Pictures of you. La stessa sera infiniti intrecci di spiritualità e viaggio, Vittorio Lingiardi, psicanalista candidato al Premio Strega Saggistica 2025 che accompagnerà il pubblico attraverso paesaggi esterni e interni, scienza e poesia, conoscenza e meraviglia. Poi il battito della terra si farà suono con l’Opening party di UlisseFest 2025 a ingresso gratuito. Al calare della notte, nella corte della Mole Vanvitelliana, la musica intesa come pratica catartica darà vita a un rituale energico in forma di Dj set: tra elettronica percussiva e psichedelia estatica, Tyler Ov Gaia apre la Festa del Viaggio di Lonely Planet.
Concerti e dj set Anche quest’anno l’Arena sul Mare del Porto Antico sarà il cuore musicale del festival. Il 4 luglio saranno protagonisti i Coma_Cose, il duo milanese che ha fatto del viaggio – fisico, emotivo e artistico – una costante della propria musica. Fausto Lama e California trasformeranno la notte di Ancona in un viaggio in musica tra sogni, esperienze e voglia di esplorare nuovi orizzonti (prevendite su Ticketone). A seguire, impossibile restare fermi con 2000 Mania Party: le migliori hit, dal 2000 a oggi, in un lungo dj set a ingresso gratuito per ballare con la brezza del mare in faccia e il Colle Guasco negli occhi.
Il 5 luglio sarà la volta di Max Gazzè accompagnato dall’Orchestra Popolare del Saltarello che presentano Musicae Loci 2025, progetto che promette di trasformare il Porto Antico in un’arca sonora, mescolando strumenti tradizionali e arrangiamenti inediti, per un’esperienza collettiva che è un vero invito al viaggio (prevendite su Ticketone).
La musica, a UlisseFest, non è solo concerti. Con un balzo porterà il pubblico nella New York del jazz, tra luci soffuse, club fumosi e notti che sembrano non finire mai. Viaggeremo nel mondo di Pannonica de Koenigswarter, straordinaria mecenate di artisti del calibro di Thelonious Monk, con Nica’s Dream accompagnati dalla voce narrante di Valerio Corzani, la tromba magnetica di Giorgio Li Calzi e le Polaroid di Nica animate da Andrea Daddi, in un tributo a chi ha fatto del jazz una casa, e di New York una promessa di libertà.
E a proposito di musica, anche quest’anno Radio Capital sarà presente con alcune delle voci più amate del palinsesto: da Doris Zaccone a Marco Maisano.
Tavola rotonda – turismo accessibile Venerdì 4 luglio, si comincia nel pomeriggio con la tavola rotonda “Un viaggio per tutti: accessibilità, innovazione e inclusione nel turismo del futuro”. L’iniziativa accende i riflettori su un turismo sostenibile che sia realmente inclusivo, privo di barriere fisiche, sensoriali e culturali. Ad aprire l’incontro saranno Daniele Berardinelli, Assessore al Turismo del Comune di Ancona, che illustrerà l’impegno della città nel promuovere buone pratiche di accessibilità, e Paul Yanover, CEO di Lonely Planet, che condividerà una visione internazionale sul valore dell’inclusività nel turismo del futuro. Partecipano inoltre Roberta Garibaldi, docente e Presidente dell’Associazione Italiana del Turismo Enogastronomico, Cristina Nadotti, giornalista e autrice, Antonio Laveneziana, Territory Manager Italia e Sud Est Europa di Airbnb, Mirko Lalli, CEO e Founder di The Data Appeal Company, Giovanni Ferrero, Presidente di Turismabile, e Andrea Lanfri, atleta del team Ferrino – per tracciare nuove rotte verso un’accoglienza più equa e intelligente. Tra le esperienze presentate, spiccano esempi virtuosi di accessibilità culturale come i progetti del Museo Tattile Statale Omero di Ancona e della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia.
Incontri e percorsi In omaggio allo stupore che ispira il tema dei quest’anno, all’Arena sul Mare ci faremo accompagnare da Vincenzo Schettini, il prof più amato del web, in un viaggio sorprendente: quello della fisica come “linguaggio segreto” che racconta il mondo, la natura e perfino noi stessi. E ancora mi stupisco sarà infatti un appuntamento che unisce scienza, emozione e meraviglia. Perché stupirsi, ogni giorno, è il primo passo per amare il pianeta in cui viviamo (prevendite su Vivaticket). Daniel Lumera ci guiderà in un percorso dentro noi stessi, svelandoci ciò che accade quando smettiamo di correre e cominciamo davvero a viaggiare. La dimensione visiva del viaggio, tradotta da parole che sanno cogliere le storie delle persone, sarà al centro dell’incontro con Jan Brokken: il grande scrittore olandese, con la sua capacità di rivelare gemme nascoste attraverso percorsi poetici e romanzeschi, ci accompagnerà alla scoperta della luce unica dell’Olanda. Con il supporto dell’Ambasciata e Consolato Generale dei Paesi Bassi in Italia.
Ancona sarà al centro degli incontri legati al viaggio con il lancio del format culturale Ancona Cultura Aperta. Visioni, viaggi e identità per raccontare Ancona nel mondo che propone due focus e due personaggi che hanno reso grande questa città, con Giorgio Mangani, Tiziana Maffei e Marta Paraventi. Il primo dedicato alla figura di Ciriaco I viaggi di Ciriaco d’Ancona e il secondo dal titolo In viaggio da Ancona a Caserta sulla figura di Luigi Vanvitelli. Di luoghi lontani e affascinanti ci si occuperà, nel puro spirito Lonely Planet, con Matteo Bordone, autore del podcast Viaggio a Tokyo, in collegamento con Flavio Parisi, da vent’anni residente in Giappone, per svelarci molti degli enigmi del Sol Levante. In collaborazione con Il Post. Matteo Miavaldi e Sabina Minardi ci porteranno in India, per scoprire un Paese diverso da come lo abbiamo sempre immaginato.
In Africa andremo a sondare il volto autentico della Mauritania con Ahmed Mahmoud Jemal Ahmedou, diplomatico e custode di libri antichi, Ebba Mheimde, operatore turistico, Gigi Montali, fotografo e Ludovico Scortichini, presidente di Go World. In collaborazione con Go World e Italian Travel Press.
Anche l’Italia sarà protagonista sul palco: gli autori Lonely Planet Italia ci accompagneranno alla ricerca dei luoghi più suggestivi di Sardegna, Genova e Toscana con particolare attenzione ai loro posti del cuore. Genova e Toscana saranno protagoniste anche con i loro sapori tipici, segnaliamo gli aperitivi del venerdì e del sabato, il laboratorio di Cantucci con Vetrina Toscana e il campionato del pesto. Sul nostro Paese e sul suo indissolubile rapporto con la bellezza, ci soffermeremo in un viaggio tra letteratura, arte e natura ispirato da 500 grandi autori che, da Orazio a Montale, hanno saputo cantare i 60 siti italiani Patrimonio dell’Umanità UNESCO. In omaggio al naturale impulso che porta UlisseFest a declinare il viaggio in tutte le sue forme, ripercorreremo il cammino dell’acqua di un celebre acquedotto di Los Angeles, mito americano per eccellenza, condotti da Chiara Barzini, scrittrice e sceneggiatrice, in una riflessione sull’ecologia e sull’importanza di un bene primario sempre più scarso sul nostro pianeta.
Tra i grandi totem che da sempre popolano l’immaginario, le isole affascinano e invitano al viaggio, come sapeva l’eroe omerico, come metafora di una felicità lontana, da raggiungere ma talvolta transitoria. Di questi temi si parlerà con Davide Ferrario, a proposito dell’ascesa e della caduta di Nauru, sperduta isola dell’Oceano Pacifico e con Marco Lupis che ci porta con sé nelle sue missioni da corrispondente, inviato speciale e reporter di guerra ai quattro angoli della Terra, fino alla remota Antartide.
Di ponti e luoghi che consentono connessioni si parlerà con Gavin Francis, medico e grande viaggiatore scozzese, profondo indagatore di quella magnifica ossessione che ponti e isole rappresentano, tra viaggio, racconti e carte geografiche.
Come di consueto l’attenzione di UlisseFest si rivolgerà anche alle attività outdoor. Saranno avventure estreme e sfide quasi impossibili nel racconto dell’atleta paralimpico Andrea Lanfri il primo pluriamputato al mondo a salire in autonomia sull’Everest. In collaborazione con Ferrino.
Nell’incontro Bike revolution dedicato al cicloturismo, indagheremo le possibilità di questo modo di viaggiare parlando di ciclovie spettacolari, viaggi intermodali e sostenibilità con Ilaria Fiorillo, attivista e autrice del progetto Milano in bicicletta, Alfredo Di Giovampaolo, giornalista RaiNews24 e conduttore del programma Pedala Italia, e Mauro Fumagalli, ex ciclista professionista e fondatore di MarcheBikeLife.
Marco Maccarini, storico volto di MTV parlerà di viaggi a piedi e di come, passo dopo passo, hanno saputo cambiare il proprio sguardo sul mondo. Tahiti tornerà protagonista nel Salotto del Mondo con Messico, Cina e Boston.
Laboratori ed esperienze Come da tradizione, anche quest’anno torna alla Mole Vanvitelliana il corso Lonely Planet Come diventare scrittore di viaggio. Un’occasione unica per apprendere l’arte del racconto di viaggio, trasformando esperienze personali in storie capaci di emozionare e ispirare. L’edizione 2025 offrirà un valore aggiunto: la possibilità di ottenere crediti formativi per giornalisti.
Molti i laboratori gratuiti con prenotazione obbligatoria: dalla cucina per famiglie agli aperitivi in collaborazione con Toscana, dalle scoperte di tinture antiche, come il blu di guado, alla masterclass di pesto di Genova.
Non mancheranno momenti di racconto, degustazione e scoperta dedicati al vino con Umani Ronchi, in un viaggio nel paesaggio marchigiano.
Per informazioni e aggiornamenti del programma www.ulissefest.it
CHARLES BONAPARTE DA’ IL BENVENUTO AL CAPOLUOGO NELLA FEDERAZIONE EUROPEA
Il bel viso della Madonna del Duomo, Regina di tutti i Santi, raffigurata in un dipinto donato alla città da un marinaio veneziano nel 1605, ancora oggi costituisce un richiamo per chi visita la cattedrale di san Ciriaco. Per i credenti, che si inginocchiano ai piedi del quadro, e per i turisti alle cui orecchie è arrivata la leggenda del miracolo, avvenuto all’arrivo dei francesi. Proprio il giorno in cui le truppe napoleoniche si apprestavano a entrare in città, tra la folla intenta a pregare per scongiurare la temuta occupazione francese, una donna avrebbe visto muoversi gli occhi della Madonna raffigurata nel dipinto di San Ciriaco. Il fatto si ripetè più volte, annoverando tra i testimoni anche il grande architetto filonapoleonico Giuseppe Valadier, al punto che il vescovo di allora, Mons. Ranuzzi, riconobbe la manifestazione come autentica e il 25 novembre del 1796 fu decretata la canonizzazione. La Madonna del Duomo, “Regina di Tutti i Santi”, venne acclamata Patrona di Ancona. Si narra che Napoleone, che raggiunse Ancona il 10 febbraio 1797, di fronte al dipinto oggetto di forte devozione, avrebbe provato un forte turbamento, tale da ordinare la restituzione di beni saccheggiati e la sua ricollocazione nella cattedrale.
Se è a questa vicenda che gli anconetani maggiormente ricollegano la presenza di Napoleone in città, si possono contare altre storie ed altri siti, da valorizzare con rinnovata attenzione : il forte Cardeto, voluto dal futuro imperatore, i palazzi Trionfi e dell’Appannaggio, scomparsi durante l’ultima guerra mondiale, la Villa di Colle Ameno e il celebre Fortino Napoleonico di Portonovo, prestigioso hotel da decenni ma anche sede favolose rievocazioni negli anni passati.
A richiamare lo spicchio di Storia che vede protagonista il celeberrimo imperatore francese, le manifestazioni appena concluse nel capoluogo marchigiano: tre giorni di eventi dedicati alla figura di Napoleone Bonaparte e al ruolo storico della Francia, a cavallo tra Sette e Ottocento ad Ancona e nelle Marche. Con questi eventi, realizzati per la prima volta, si è voluta celebrare l’adesione del Comune di Ancona alla Federazione Europea delle Città Napoleoniche-Destination Napoleon.Visite guidate, manifestazioni in costume, un incontro con lo storico e massimo esperto italiano di Napoleone, il professor Luigi Mascilli Migliorini, e domenica 22 giugno la cerimonia di adesione della città.
Ringraziando tutti coloro che hanno reso possibile l’articolata iniziativa, grazie a una serie di collaborazioni importanti, oltre al prof. Luigi Mascilli Migliorini ,il prof. Antonello Alici, UNIVPM, gli storici e divulgatori Sergio Sparapani e Claudio Bruschi, l’associazione guide turistiche, l’Accademia di Oplologia e Militaria e l’ associazione di danze storiche Quam Pulchra es, – Sindaco e assessore al Turismo hanno sottolineato che, quella dedicata a Napoleone è “un’iniziativa che coniuga, attorno a una figura nota in tutto il mondo, turismo e cultura: un filone che si inserisce molto bene nell’ambito delle iniziative dell’Amministrazione: certamente -hanno detto- dobbiamo fare arrivare i turisti e registriamo dati più che soddisfacenti a riguardo (+20%) ma è altrettanto importante riempire di contenuti la città. Lo stiamo facendo in collaborazione con l’assessorato alla Cultura, attraverso mostre, iniziative teatrali, riapertura della Pinacoteca ma può avvenire anche attraverso la valorizzazione di un personaggio storico di fama mondiale. Al progetto hanno collaborato inoltre la Deputazione di Storia Patria, l’Archivio di Stato e la Comunità ebraica.
Domenica 22 il sindaco Daniele Silvetti e Eleonora Berti, direttrice della FECN hanno firmato il Protocollo di adesione del Comune di Ancona alla Federazione europea delle città napoleoniche che ha ottenuto nel 2015 il riconoscimento e la certificazione di Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa, con la denominazione di “Destination Napoleon”. Charles Bonaparte, presidente onorario della Federazione, si è collegato in video durante la firma di adesione e si è detto felice che il Comune di Ancona “si unisca alla rete che ho fondato 21 anni fa quando ero sindaco di Ajaccio per riunire le città “segnate” dalla storia napoleonica. Una rete al sevizio dei cittadini per sviluppare progetti comuni: itinerari tematici, focus storici e traino turistico sostenibile. Riscoprire questa pagina di storia e condividerla crea connessioni tra città e rafforza l’Europa. Capire i conflitti passati aiuta a creare connessioni di pace”.
Tra le missioni della Federazione figurano la valorizzazione del patrimonio culturale napoleonico, il sostegno ai suoi membri per lo sviluppo di attività turistico-culturali volte alla riscoperta del patrimonio e della storia di epoca napoleonica, la partecipazione a fiere internazionali del turismo, l’accesso a finanziamenti nazionali ed europei.“Da sottolineare -ha aggiunto Barbara Toce, Presidente Federazione Europea delle Città Napoleoniche-Destination Napoleone- che la Federazione conta più di 50 città aderenti in dodici paesi europeicon l’obiettivo di riunire città e istituzioni la cui storia è stata segnata dall’influenza napoleonica, valorizzandone il patrimonio storico, artistico, architettonico e culturale” . Ascoltiamo le sue parole:
La Poesia protagonista assoluta ad Ancona e nelle Marche da sabato 21 giugno fino a mercoledì 2 luglio grazie alla XX edizione del Festival Internazionale di Poesia “La punta della lingua” organizzato fin dagli esordi dall’associazione Nie Wiem e riconosciuto sul piano nazionale e internazionale. Per il ventennale della manifestazione sono attesi ad Ancona e poi Jesi, Fermo, Macerata, Offagna, Polverigi e Grottammare più di 80 autrici e autori italiani e stranieri. Appuntamenti successivi a Apecchio(PU), Castelfidardo e Casette d’Ete. Dodici i giorni densi di eventi, con anteprime e code, nel programma ideato dai direttori artistici Valerio Cuccaroni e Luigi Socci.
“La punta della lingua” –sottolinea l’ assessore alla Cultura Marta Paraventi – si connota come un festival di spessore internazionale, che aumenta in appeal di anno in anno, complice il grande lavoro che c’è dietro. Vent’anni di questo festival dal programma ricchissimo, eterogeneo e intrigante, diffuso sul territorio sono elementi che lo collocano tra gli appuntamenti principali dell’estate 2025, ed è motivo di grande soddisfazione. Sedi privilegiate del festival saranno la Mole, cittadella della Cultura, dove i singoli eventi andranno a interagire con le mostre, i musei e le altre molteplici attività, e Portonovo, da anni cornice di tanti pomeriggi e serate all’insegna della Poesia. “
Anche quest’anno il Festival prosegue nella sua missione di esplorare l’arte poetica in tutte le sue declinazioni: dai reading alle performance, agli spettacoli, alle escursioni poetiche, al Pj set, ai laboratori per ragazzi e molto altro. Dalle espressioni più classiche alle forme più moderne e contemporanee.
Il ricco calendario di ospiti prevede il regista, attore e sceneggiatore Abel Ferrara che sarà ospite del Festival martedì 1° luglio, alle ore 19, alla Pinacoteca civica di Jesi, dove leggerà le poesie di Gabriele Tinti edite da La nave di Teseo di fronte alla Deposizione di Lorenzo Lotto. A seguire, parteciperà alla proiezione del suo film cult Il cattivo tenente.
Anche una grande attrice italiana sarà protagonista del festival: con lo spettacolo “Vita meravigliosa”, sabato 28 giugno, alle 21.30, presso la Corte della Mole Vanvitelliana, Iaia Forte omaggerà, con un ritratto in versi e in musica, Patrizia Cavalli (1974-2022), una delle poetesse contemporanee più amate. Musiche e canzoni di Diana Tejera (Anteprima nazionale, spettacolo a pagamento, biglietteria AMAT).
Quest’anno il festival, da sempre attento al Teatro di Poesia, produrrà due spettacoli, che presenterà in anteprima nazionale: uno dedicato a Charles Baudelaire, con Milo De Angelis e Viviana Nicodemo, l’altro ad Andrea Zanzotto, con Lello Voce e Luigi Cinque, entrambi rappresentati nella meravigliosa Corte della Mole Vanvitelliana, costruita sul mare, nel 1700, dall’architetto della Reggia di Caserta, Luigi Vanvitelli.
Il grande poeta Milo De Angelis sarà ad Ancona mercoledì 25 giugno alle 21.30 per “Invito al viaggio”: uno spettacolo in cui introdurrà le poesie di Baudelaire dedicate al viaggio, da lui tradotte nei Fiori del male, in un dialogo con altri grandi artisti ispirati dal capolavoro di Baudelaire, di cui si ammireranno e ascolteranno le opere, proiettate ed eseguite dal vivo dal pianista Mattia Mirenghi e dalla soprano Alice Capriglione, mentre ad interpretare le poesie sarà l’attrice Viviana Nicodemo (in collaborazione con Amici della Musica, biglietteria AMAT). De Angelis sarà protagonista di nuovo, il giorno successivo, giovedì 26 giugno, alle 19, alla Sala Boxe della Mole Vanvitelliana, per un incontro con il critico Massimo Raffaeli.
Domenica 29 giugnoalle ore 21.30, alla Mole Vanvitelliana andrà in scena lo spettacolo “Gli sguardi i fatti senhal”, dedicato aSenhal, uno dei testi più originali, intensi e, insieme, meno conosciuti del poeta Andrea Zanzotto (1921-2011). Con Lello Voce: spoken word; Luigi Cinque: fiati, pianoforte, tastiere, elettronica; Giovanna Famulari: violoncello, canto; Urna Chahar Tugchi, canto. Introduzione letteraria del Premio Strega Poesia Stefano Dal Bianco (Anteprima nazionale, spettacolo a pagamento, biglietteria Associazione Spazio Musica, in collaborazione con Ancona Jazz).
Antonella Anedda, autrice considerata tra le maggiori della poesia europea contemporanea, arriverà con un reading lunedì 30 giugnoalle ore 21.30 a Portonovo. Questo attesissimo appuntamento sarà preceduto dagli Itinerari poetici, condotti ad Ancona e nei comuni della Riviera del Conero dalla prof.ssa Danila Saracini (in collaborazione con il Liceo Scientifico Galilei di Ancona).
Eugenio De Signoribus, figura tra le più nobilmente appartate e apprezzate della poesia italiana dal secondo Novecento a oggi, incontrerà il pubblico martedì 24 giugno a Offagna alle 19 ai Giardini Monastero S. Zita. A seguire, “Di pancia (e altri organi vitali)” della poeta e performer Alessandra Racca. Accompagnata da sonorizzazioni e voci registrate. La Racca sarà anche ad Ancona, il giorno successivo, per un laboratorio per ragazzi e adulti: “Coro Poetico” (posti limitati prenotabili scrivendo a info@lapuntadellalingua.itMole Vanvitelliana-Aula Didattica).
Anche altri grandi personaggi dello spettacolo saranno ospiti del festival: il drammaturgo, regista e attore romano pluripremiato, Daniele Timpano, sarà a Polverigi, nel Cortile di Villa Nappi, domenica 22 giugno, alle ore 21.30, con i “Poemi Focomelici” in cui parlerà del suo rapporto con la parola poetica, sia nel ruolo di lettore di poesia moderna e contemporanea, sia in quello, finora inedito, di autore di versi in proprio. “La Cantautrice Fantasma” è il particolare spettacolo di e con Ivan Talarico (venerdì 27 giugno, ore 21.30, Piazza Amedeo Lattanzi, Torre di Palme) dedicato a A. F. cantautrice veneta, nata nel 1923 e scomparsa dalle scene nel 1969, plagiata dai maggiori cantanti italiani e non (ma nessuno lo sa e lei è rimasta, almeno finora, un “fantasma”). Rossella Or presenterà, in anteprima assoluta, nello stile performativo che la contraddistingue, la sua opera di poesia pura “Come l’amore di un timpano e una pupilla”, mercoledì 25 giugno, alle ore 19, alla Mole Vanvitelliana. Spetterà, infine, al comico, scrittore e attore Claudio Morici la chiusura del Festival mercoledì 2 luglio con il monologo “La malattia dell’ostrica” (ore 21.30, Jesi, Piazza delle Monnighette).
L’OMAGGIO A PATRIZIA CAVALLI – Un’immersione nell’universo della poetessa, una delle contemporanee più lette e amate. Oltre allo spettacolo “Vita meravigliosa”, già citato, sempre il 28 giugno, ma alle ore 19, nella Sala Boxe della Mole Vanvitelliana, Iaia Forte e Diana Tejera, dialogheranno in “Guida all’ascolto di Patrizia Cavalli”. E alle ore 23, all’Arena Cinema della Mole Vanvitelliana, la proiezione del documentario “Le mie poesie non cambieranno il mondo” diretto da Francesco Piccolo e Annalena Benini.
IL RICORDO DI FRANCESCO SCARABICCHI – Ad aprire il Festival, sabato 21 giugno, sarà un’escursione poetica a Grottammare, ore 18.30. Tra le quinte monumentali del paese alto, borgo marinaro immortalato dal poeta beat Lawrence Ferlinghetti, risuoneranno i versi di Francesco Scarabicchi, in un omaggio sentito al poeta che trascorse in città i primi nove anni della sua vita. Con Vito M. Bonito, Marco Fazzini, Letizia Polini e Marilena Renda, candidata al Premio Strega con l’opera Cinema Persefone, edito da Arcipelago Itaca.
Inoltre, a quattro anni dalla sua morte, giovedì 26 giugno, alle ore 17, alla Sala Boxe della Mole Vanvitelliana, ci sarà la presentazione di “Dico piano il tuo nome. Voci per Francesco Scarabicchi”, un volume corale per onorare la sua memoria, presentato dai curatori Massimo Raffaeli e Cristina Babino.
“La punta della lingua 2025” è anche:
LE POESIE DA GAZA – La poesia come resistenza e salvezza. Da Gaza arriveranno i suoni di 32 poesie, in gran parte scritte dopo il 7 ottobre 2023, da autori palestinesi, due dei quali uccisi nei bombardamenti: un vero e proprio testamento poetico raccolto in antologia da Fazi Editore ad aprile di quest’anno. Domenica 29 giugno, alle ore 19 (Mole Vanvitelliana-Sala Boxe,)il volume verrà presentato nell’incontro “Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza” con i curatori Antonio Bocchinfuso, Mario Soldaini e Leonardo Tosti. Interverrà Fabio Burattini di Amnesty International; in collegamento un operatore di Emergency, impegnato sul campo, e alcuni degli autori. Per ogni copia venduta, 5 euro saranno donati a Emergency per le sue attività di assistenza sanitaria a Gaza.
PREMIO FRANCO SCATAGLINI/LA POESIA CHE SI VEDE – Giovedì 26 giugno alla Mole Vanvitelliana (ore 21.45, Arena Cinema), ci sarà la quinta edizione del Concorso internazionale di videopoesia Premio Franco Scataglini. Dopo il successo delle prime quattro edizioni, torna anche quest’anno il concorso “La poesia che si vede” dedicato ai migliori cortometraggi di videopoesia. A contendersi il Premio saranno opere provenienti da tutto il mondo, accuratamente selezionate da un nucleo di esperti di cinema e di poesia.
La Giuria di Qualità 2025 sarà composta da: Cristina Babino, Rossella Inglese e Ivan Talarico. L’Associazione Catap assegnerà il premio alla Migliore Videopoesia Italiana e il pubblico presente in sala voterà per decidere il vincitore del Premio del Pubblico e, novità di quest’anno, il Premio Giuria Giovani.
ORA D’ARIA – La poesia entrerà nella casa di reclusione di Fossombrone il 2 luglio e nella casa circondariale di Pesaro – Villa Fastiggi il 3 luglio. Saranno 6 gli incontri complessivi realizzati nel 2025 con gare di poesia ad alta voce tra detenuti e poeti slammer, nel progetto del Garante regionale dei Diritti della Persona delle Marche, realizzato da Nie Wiem. Le gare di poetry slam saranno valide per il campionato nazionale organizzato dalla Lega Italiana Poetry Slam.
LA POESIA INTERNAZIONALE: FOCUS SULLA SVIZZERA E SULLA POESIA AMERICANA – Oltre al poeta lettone Sergej Timofeev (sia in veste di poeta che di PJ), La Punta della Lingua, per un appuntamento dal titolo“Voci nel bosco”, ospiterà, lunedì 30 giugno, alle ore 19, a Portonovo due giovani, ma già pluripremiate promesse della poesia americana di cultura Latinx: Sara Daniele Rivera, artista, scrittrice, traduttrice ed educatrice di origini cubano-peruviane di stanza ad Albuquerque (New Mexico) ed Elisa Gonzalez, di origini messicane, il cui primo libro, Grand Tour, è stato nominato tra i migliori del 2023 dal prestigioso The New Yorker.
E martedì 1° luglio a Jesi, alle ore 18, nella Pinacoteca civica, ci sarà il focus su “La nuova poesia svizzera”: reading dei poeti svizzeri di lingua francese e tedesca, Odile Cornuz e Michael Fehr, in collaborazione con Pro Helvetia.
LA RISCOPERTA DI LAURA CERETA – Poetessa del XV secolo, Laura Cereta (1469-1499), con il suo acume di umanista e la sua coraggiosa penna, racchiude in poche, incisive parole l’ingiusta disparità tra i sessi nella società del suo tempo. Domenica 29 giugno, alle ore 17 (Mole Vanvitelliana-Sala Boxe,), Sara Lorenzetti presenta “Laura Cereta. Lettere scelte”: nel cuore del suo epistolario, Cereta analizza con lucidità e passione la condizione delle donne, opponendosi al loro confinamento ai margini della vita culturale e intellettuale. Argolibri presenta la prima traduzione delle lettere latine di Cereta a oltre cinquecento anni dalla sua morte. Interviene il traduttore Sandro Princiotta.
LA POESIA AI TEMPI DEI SOCIAL E DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE: Sabato 28 giugno,alle ore 17, Gilda Policastropresenta il suo saggio “Metaverso” sulla poesia al tempo di internet dei social, quando ancora è identificata con quella forma che in massima parte va a capo e “suona” in un certo modo (Mole Vanvitelliana-Sala Boxe). Di rapporti tra poesia e tecnologia parlerà anche Valerio Cuccaroni che domenica 29 alle ore 18 presenterà il suo libro Poesia ibrida, dedicato a poesia visiva, videopoesia, poesia elettronica e pj set (Mole Vanvitelliana-Sala Boxe).
Lunedì 23 giugno, alle ore 17 online, ci sarà la XVIII edizione del laboratorio telematico di poesia Facebook Poetry.Mercoledì 2 luglio nella Piazza delle Monnighette di Jesi, alle 18, arriverà la TEXT2TRAP. Esplorando l’interazione tra musica trap e intelligenza artificiale, Andrea Capodimonte trasforma testi di recupero in prompt creativi per generare sonorità inedite. Una performance, in collaborazione con Stefano Teodori, dove materiali testuali non convenzionali – spam, pubblicità, scritti senza copyright – vengono convertiti in tempo reale attraverso l’AI in basi trap e flow improvvisati sul momento.
ITINERARI POETICI – Anche quest’anno ripartono gli appuntamenti con Adotta l’autore. Itinerari poetici: una serie di incontri, dal 6 al 27 giugno, dedicati ai ragazzi delle scuole e aperto a chiunque, in un percorso itinerante per i più bei luoghi di Ancona e del Conero alla scoperta della grande poetessa italiana Antonella Anedda, ospite speciale del Festival. A cura di Danila Saracini. In collaborazione con Liceo Scientifico Galilei di Ancona. Il primo incontro si terrà il 6 giugno alle 14.30 presso il Giardino del Liceo Galilei (per partecipare scrivere a info@lapuntadellalingua.it).
LABORATORI DI SCRITTURA UNDER 35 ALLA PRESENZA DEI CRITICI – Terza edizione del laboratorio “Vivaria. Officina di nuove scritture poetiche under 35” (sabato 28 e domenica 29 giugno ore 10, Portonovo di Ancona). Vivaria chiama a raccolta critici affermati e in via di formazione per confrontarsi con alcune delle voci più promettenti della poesia italiana under 35. Un quarto d’ora di letture di inediti e quarantacinque minuti di discussione a testa, per entrare nella sala macchine della poesia che si fa.
I critici di questa edizione saranno: Gilda Policastro, Renata Morresi, Salvatore Ritrovato, Riccardo Socci, Alessandro Minnucci. Incontro aperto al pubblico.
UN PO’ DI STORIA: Nato nel 2006, il Festival “La Punta della Lingua” ha ospitato negli anni autori provenienti da: Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Polonia, Romania, Ucraina, Russia, paesi balcanici e paesi baltici. Più di 600 gli eventi complessivi con ibridazioni tra poesia, web, teatro, musica e cinema. Tra i nomi che hanno partecipato al Festival, in ordine sparso: Paolo Rossi, Nanni Balestrini, Alessandro Bergonzoni, Patrizia Cavalli, Toni Servillo, Adam Zagajewski, Antonio Rezza, Vivian Lamarque, Ascanio Celestini, Durs Grünbein, Marco Paolini, Mariangela Gualtieri, Billy Collins, Ron Padgett, Tony Harrison, Ana Blandiana, Milo De Angelis, Jolanda Insana, Patrizia Valduga, Antonella Anedda, Aldo Nove, Tiziano Scarpa, Mario Benedetti, Roger McGough, Gian Mario Villalta, Sergej Gandlevskij, Boris Chersonskij, Carol Ann Duffy, Liz Lochhead, Valerio Magrelli, Ida Travi e molti altri.
“La Punta della Lingua” è organizzata dall’Associazione di Promozione Sociale Nie Wiem, con il sostegno e il patrocinio della Regione Marche e dei Comuni di Ancona, Jesi, Fermo, Castelfidardo, Offagna, Grottammare, Polverigi con il contributo del Garante dei Diritti della Persona Regione Marche, e decine di partner, tra cui Cooss Marche e Radio3.
Tutti gli eventi sono a ingresso libero e gratuito, fino a esaurimento posti, eccetto: “Invito al viaggio” (biglietto: euro 10) e “Vita Meravigliosa” (biglietto: euro 12), info prevendite online su www.vivaticket.com e presso tutte le biglietterie e punti vendita Vivaticket sul territorio nazionale, la sera dello spettacolo la biglietteria sarà aperta dalle ore 20, info: AMAT, tel. 0712072439); e“Gli sguardi i fatti senhal” (biglietto: 10 euro), prevendite sul circuito nazionale Vivaticket e presso le biglietterie convenzionate con Associazione SpazioMusica.
Gian Marco Luna è arrivato in città per studiare in quella che allora era l’Università di Ancona, non ancora mutata in Politecnica delle Marche, attratto alla metà degli anni ‘90 dal nascente corso di laurea in Biologia Marina, che muoveva proprio in quegli anni i suoi primi passi. Qui ha scoperto la biologia marina e ha cominciato il suo percorso nel mondo della ricerca, che poi lo ha portato a collaborare con il CNR, dove oggi è direttore dell’Istituto CNR IRBIM.
Il CNR IRBIM, parte del più grande Ente di Ricerca multidisciplinare pubblico in Italia, si occupa di ricerca scientifica sugli ecosistemi marini e sulle risorse biologiche del mare. “Volendo semplificare il concetto – spiega Luna – un nostro payoff potrebbe essere “studiamo la vita nei mari e negli oceani”. Lavoriamo su molti fronti: dallo studio della biodiversità marina alla valutazione degli stock ittici, settore quest’ultimo su cui la Sede di Ancona ha una lunghissima tradizione essendo stato il primo laboratorio di ricerca del Paese nel 1968, dalle biotecnologie marine all’acquacoltura, all’impatto del cambiamento globale, al microbioma marino, ed alla sostenibilità delle attività umane in mare”. La missione è produrre conoscenza scientifica e metterla a disposizione per lo sviluppo del Paese, promuovendo l’innovazione, l’internazionalizzazione del sistema “ricerca” e favorendo la competitività del sistema industriale. “Le nostre ricerche – prosegue – sono utili anche alla tutela dell’ambiente e a supportare le politiche pubbliche, italiane ed europee, specie nel settore della pesca. Collaboriamo con enti di ricerca italiani e internazionali, università, autorità pubbliche, pescatori ed ONG. Per fare un esempio, abbiamo da poco siglato un importante accordo di collaborazione con il più grande centro di ricerca sulla biodiversità marina in Sud Corea, e ci accingiamo a siglarne altri in Giappone e Cina”.
Tornando alle origini della sua scelta di occuparsi di biologia marina, Luna racconta che questa è maturata “nelle lunghe e meravigliose estati che ho trascorso nel mare del Salento. Mio papà era originario di un paese vicino Santa Maria di Leuca e con la mia famiglia ho trascorso lì vicino tutte le mie estati, fino ai vent’anni in quel posto. Ho una foto di me su quella spiaggia anche prima di nascere, nel pancione di mia madre. In quegli anni le spiagge del Salento erano un posto magico, ancora molto lontane dal turismo di massa di oggi: spiagge quasi deserte e per niente antropizzate, mare cristallino, amicizie estive che sono rimaste nel mio cuore. In un quaderno delle elementari ho trovato un tema in cui dichiaravo che nella vita avrei voluto fare l’archeologo subacqueo, probabilmente poi negli anni devo aver in qualche modo cambiato traiettoria, pur rimanendo nel mondo blu”.
Poi è arrivata Ancona, che, dice, “non è diventata solo la città luogo del mio lavoro. E’ anche la città in cui ho messo salde radici e ho costruito legami profondi, dove mi sono sposato e ho messo su famiglia. È una città che, nel tempo, è diventata casa – professionalmente e personalmente. Quello che era iniziato come un percorso di studio si è quindi trasformato in una scelta di vita e di lavoro, in una città che certamente offre stimoli, opportunità e un contesto ideale per chi si occupa di mare”. Ma che cos’è il mare per Ancona? “E’ identità, storia, economia. È la ragione per cui questa città è nata e si è sviluppata. Il suo porto, la sua ampia insenatura, il suo essere proiettata verso l’Est, la sua conformazione urbana che si affaccia sul mare, ma quasi con pudore: tutto a mio avviso racconta di un legame profondo e inscindibile. Ma oltre all’aspetto storico e identitario, il mare oggi rappresenta per Ancona una grande opportunità di sviluppo, se sapremo scommettere su una visione sostenibile e fortemente integrata, e non frammentata. La blue economy, la ricerca scientifica, l’educazione ambientale, il turismo responsabile, la valorizzazione delle tradizioni marittime: sono tutti settori in cui Ancona può fare la differenza”.
Gian Marco Luna ha conosciuto molti luoghi che hanno uno stretto rapporto con il mare. Il suo lavoro lo ha condotto fino in Antartide. “Nel Novembre 2022 – racconta – ho partecipato alla missione italiana in Antartide, come coordinatore del progetto di ricerca MetaIceRoss per studiare il microbioma planctonico delle acque costiere antartiche: l’insieme di tutti i microbi marini (virus, batteri, fitoplancton) che vivono nelle acque antartiche, una miriade di organismi invisibili ma preziosissimi che producono ossigeno e rendono possibile la vita sul nostro Pianeta. Ai poli stiamo assistendo ad una grave crisi climatica, con cambiamenti capaci di modificare la vita marina ed il funzionamento delle reti alimentari, alterando il delicato equilibrio della vita marina polare in una maniera ad oggi imprevedibile”.
Il direttore Luna ha conosciuto, quindi, molte diverse dimensioni del rapporto tra il mare e le città, “Ogni città di mare – spiega – ha un modo differente di “vivere” il proprio mare. Ci sono città che lo esibiscono come attrazione turistica, penso ad esempio a San Benedetto del Tronto che conosco sin da piccolo essendo originario di Ascoli Piceno, oppure altre che lo sfruttano intensamente dal punto di vista industriale. Ancona, a mio avviso, ha un rapporto più intimo e forse anche più autentico. Qui il mare è parte della vita quotidiana: è il porto, la pesca, il mercato ittico, la cantieristica, ma è anche la passeggiata al Passetto, le barche dei pescatori, le grotte, i racconti delle famiglie. C’è una sorta di rispetto silenzioso, quasi una riservatezza nel modo in cui il mare è vissuto. Questo sicuramente la distingue da molte altre città costiere”.
E quale impatto hanno l’attività e la presenza dell’uomo sul mare di Ancona? “L’impatto dell’uomo è inevitabile, ma può essere gestito e mitigato. Le attività portuali, la pesca, il turismo, l’urbanizzazione costiera con la conseguente distruzione dell’habitat, l’inquinamento, sono tutte pressioni che agiscono sull’ecosistema marino e sui suoi abitanti. Ma negli ultimi anni si è fatta strada una maggiore consapevolezza, anche a livello istituzionale e cittadino, della necessità di adottare un approccio più sostenibile. In questo senso, la scienza può e deve mettersi al servizio della comunità e offrire strumenti concreti: non solo studio e ricerca, ma anche buone pratiche gestionali, e soluzioni tecnologiche innovative.
Penso che il mare di Ancona possa diventare un modello di equilibrio tra uso e tutela: abbiamo un luogo magico, e un terreno fertile ricco di attori di grande rilevanza in tanti settori della blue economy. La recente drammatica esperienza del nostro mosciolo ne è testimonianza: attraverso il lavoro di un tavolo partecipato da tutti, istituzioni, cittadini, portatori di interesse e scienziati, abbiamo deciso di comune accordo e sulla base di evidenze scientifiche che la soluzione migliore era quella di lasciarlo riposare per un po’. Questo approccio alla governance, che definiamo come “quintupla elica” (un approccio integrato e collaborativo nella gestione delle risorse comuni n.d.r.), dovrebbe guidare sempre ogni politica di gestione dello spazio marino”.
“Il nostro – prosegue – è un mare straordinariamente produttivo, ma anche estremamente complesso e fragile. Il Mare Adriatico è un bacino semi-chiuso, con profondità contenute se confrontate ad altri mari e fortemente interconnesso con le attività che si svolgono sulla terra. Tutto questo lo rende molto sensibile agli impatti antropici, ma allo stesso tempo anche fortemente resiliente e capace di rispondere rapidamente ad azioni di tutela e gestione. È un mare ricco di specie, con una lunga tradizione di pesca, e al tempo stesso un ecosistema in continua trasformazione, dove le dinamiche ecologiche e le comunità delle due sponde sono complesse e interconnesse. Studiare e gestire questo mare significa affrontare una sfida non solo scientifica, ma anche culturale, sociale ed antropologica estremamente rilevante. Lo abbiamo raccontato di recente in bellissimo volume, “Adriatico. Mare d’inverno”, che consiglio di leggere, una singolare narrazione dove tante voci raccontano da diverse prospettive l’unicità e la complessità del nostro mare”. Una complessità, quest’ultima, che pone una sfida alla città, che è chiamata a riscoprire il valore sociale, culturale, ecologico ed economico del mare in un’ottica più moderna”.
“Il mare – conclude Luna – non è solo, come fatto in passato, un luogo da sfruttare o da colonizzare con opere ingegneristiche, ma uno spazio da conoscere, raccontare e abitare con rispetto. Bisognerebbe valorizzare il sapere scientifico, ma anche le competenze locali, le tradizioni marinare, il rapporto educativo tra le nuove generazioni e il mare. Ancona ha tutti gli strumenti per diventare un esempio nazionale di città che vive il mare in modo moderno, consapevole e lungimirante. Serve però un salto di qualità nella narrazione collettiva: il mare non è solo una cornice o una risorsa, è parte della nostra identità e del nostro futuro. In fondo è da lì che veniamo”.
Soluzioni abitative sotenibili che mettono insieme generazioni diverse, offrendo nuove opportunità di condivisione e mutuo supporto. E’ il presupposto che sta alla base del progetto di housing sociale approvato nei giorni scorsi dalla giunta. Via Ciavarini alle Grazie, con un complesso immobiliare acquisito recentemente all’asta dal Comune ne sarà il cuore, ma il progetto sarà esteso anche ad altre parti e ad altri immobili della città.
L’esecutivo comunale ha stabilito le linee di indirizzo per il bando, per una collaborazione tra pubblico e privato finalizzata a realizzare questo progetto. «Il nostro obiettivo – afferma l’assessore ai Servizi sociali Manuela Caucci – è costruire una rete funzionale a risolvere un problema reale del territorio. Questa formula abitativa è già conosciuta, e richiesta soprattutto dagli anziani, che la vedono applicata con successo in altre realtà italiane e internazionali. Il Comune, quindi, mette a disposizione il complesso immobiliare di Via Ciavarini, unitamente ad altri immobili di proprietà, e dopo opportuna sistemazione, intende attribuire loro una funzione sociale innovativa, mai sperimentata prima ad Ancona».
«A cominciare da via Ciavarini – spiega l’Assessore ai Lavori Pubblici Stefano Tombolini – parte un progetto di valorizzazione del patrimonio immobiliare del Comune. Il complesso immobiliare è stato acquistato recentemente dall’Amministrazione proprio per questo scopo. Vogliamo affrontare concretamente il problema dell’abitare, in particolare quello delle persone anziane autosufficienti, offrendo loro nuove soluzioni».
L’Amministrazione comunale intende quindi dare vita a una rete intergenerazionale e sociale attraverso un modello abitativo innovativo: il co-housing intergenerazionale. Già diffuso in molte città europee, prevede la convivenza di persone di età diverse, anziani, studenti, all’interno dello stesso complesso, in appartamenti privati con ampi spazi comuni dedicati all’incontro, alla socializzazione e alle attività collettive. L’obiettivo è promuovere la solidarietà e l’integrazione tra generazioni, creando comunità inclusive e resilienti.
Il progetto si articolerà su più immobili di proprietà comunale e prevede tre ambiti principali: senior living: destinato ad anziani autosufficienti, in ambienti senza barriere architettoniche, dotati di servizi per la salute, la socialità e la qualità della vita; student housing: alloggi per studenti fuori sede, vicini a servizi urbani e poli universitari, con spazi per studio, attività fisica e relazioni sociali; social housing: soluzioni rivolte a categorie fragili, persone con disabilità in percorsi di autonomia.
Il cuore del progetto sarà proprio il complesso di via Ciavarini, destinato a diventare co-housing intergenerazionale, aperto a studenti, anziani, persone con disabilità. All’interno, ogni residente manterrà la propria autonomia abitativa, ma sarà parte integrante di una comunità.
L’intervento sarà realizzato attraverso partenariati pubblico-privati, con il ricorso allo strumento del dialogo competitivo (previsto dal Decreto legislativo n. 36/2023). Gli operatori interessati potranno presentare proposte progettuali per uno o più immobili, ma con obbligo di includere il complesso di via Ciavarini.
Gli aggiudicatari dovranno adeguare gli immobili sotto il profilo urbanistico e abitativo, fornire gli arredi e dotare gli alloggi per anziani di soluzioni di domotica e telemedicina, curare manutenzione e gestione ordinaria e straordinaria, comprese le aree verdi, sostenere i costi per le utenze, riscuotere i canoni di locazione.
Margherita Rinaldi
Foto: il complesso immobiliare di via Ciavarini oggi
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