La Blue Economy, una risorsa che lega il mare al suo entroterra

La Blue Economy, una risorsa che lega il mare al suo entroterra è il filo conduttore di Tipicità in Blu, 17-23 maggio 2025

Il mare è la nuova frontiera della ricerca della sperimentazione, tessuto connettivo per l’economia del futuro e terreno fertile per dar vita a nuove imprese.

La blue economy, o economia blu, è un concetto che promuove l’uso sostenibile delle risorse marine e costiere per favorire la crescita economica, migliorare i mezzi di sussistenza, l’occupazione e preservare la salute degli ecosistemi oceanici e marini.

Nelle Marche, la blue economy, modello di sviluppo economico basato sull’utilizzo sostenibile delle risorse marine e costiere nel rispetto dell’ambiente e della salute umana, interessa una filiera articolata.    Tra i suoi pilastri la cantieristica – vero fiore all’occhiello del territorio con il relativo indotto – il turismo, la manifattura, la trasformazione e conservazione del  prodotto ittico, e naturalmente la pesca. Quest’ultima, un mestiere antico, potrebbe essere resa secondo i partner dell’Università Politecnica delle Marche  «più sostenibile ed innovativa.  Con la digitalizzazione ormai imprescindibile anche per la blue economy, l’innovazione della filiera agroalimentare diventa un tema cruciale per affrontare le sfide future e cogliere nuove opportunità. Le Marche devono difendere e sviluppare le proprie nicchie di eccellenza, favorendo la condivisione di conoscenze e l’adozione di nuovi modelli performanti. Questo approccio può rafforzare la competitività della blue economy marchigiana sui mercati internazionali. Riguardo al PIL delle Marche,  la percentuale è pari a 3%, un dato che può e deve salire, con il concorso di tutti- dicono gli esperti- adeguandosi alla media nazionale (10%).

Ancona, nella sua posizione strategica al centro del Mar Adriatico, con il percorso di Tipicità in Blu sta disegnando in questo ambito nuovi paradigmi e nuove traiettorie. L’idrosfera analizzata con lo sguardo al futuro, prendendo come scenario-laboratorio e come un flusso unico e connesso la “pianura liquida” del Mare Adriatico.

In quest’ottica la blue economy, o ancor meglio la “blue way”, non è quindi un settore economico, ma piuttosto un approccio, una concezione che parte dalle dimensioni locali e alimenta una visione globale di cura nei confronti del pianeta: idrosfera, acque interne e costiere, underwater, processi di circolarità e sostenibilità, multifunzionalità delle attività costiere e del mare, alfabetizzazione blu e promozione dei talenti.

Non a caso l’edizione 2025 di Tipicità in blu si presenta con un fitto programma di approfondimenti e laboratori sul tema. A partire dal Blue Village che UNIVPM allestirà in Piazza Cavour e poi i laboratori blu per bambini e le visite guidate dagli studenti nell’area portuale.

Insieme alle mostre, da quella sul Rinascimento marchigiano a quella dedicata a materiali, forme e strutture di barche e navi, è in programma anche la seconda edizione dell’Hackathon, rivolto a giovani di Italia e Croazia: 48 ore per navigare il mare e ideare soluzioni innovative per il futuro della Blue Economy.

Nel fitto palinsesto, anche la visita a Fincantieri, la Sailing Chef a Marina Dorica, il forum per imprenditori “The Blue Way: Cantieri Aperti”, realizzato con Confindustria Piccola Industria, e le giornate della nautica e della cantieristica, con CNA e Confartigianato.

Condivisione, co-creazione, scambio e crescita complessiva di consapevolezza e attenzione, appunto… da Ancona, la blue way!

La manifestazione:

Dal 17 al 23 maggio la Città di Ancona ospita la dodicesima edizione di Tipicità in blu, con il significativo slogan “Mare, laboratorio di futuro”. Una settimana per tutti i gusti e tutte le sensibilità, concepita per condividere insieme un futuro più blu. Volti noti, regatanti, chef, pensatori e ricercatori, imprenditori ed associazioni, tutti insieme per esplorare il bello ed il buono che il mare è sempre pronto a suggerirci.

Sabato 17 e domenica 18 maggio un week end di Festival diffuso in alcuni degli spazi “fronte mare” più iconici della città. A Marina Dorica, uno dei porti turistici più grandi e moderni d’Italia, imperdibile la classica Sailing chef, una regata velica abbinata ad un concorso di cucina a bordo, capace di valorizzare sia il fascino di questo spazio marino ubicato a ridosso del Parco del Monte Conero, sia i prodotti a km. 0 ed il pescato di stagione del mar Adriatico.

A corredo della Sailing Chef, tante le iniziative che nel pomeriggio e nella serata di sabato animeranno Marina Dorica, come la degustazione a cura dello chef Paolo Antinori, ma anche musica e pittura in banchina, accompagnati dalla possibilità di gustare, nel tramonto sul mare, le proposte dei circuiti “Menù in blu” ed “Aperiblu” realizzate fino al 24 maggio nei locali della città aderenti all’iniziativa. La domenica, sempre a Marina Dorica, da segnalare la regata “Conerissimo” e, nel pomeriggio, evento speciale sulle cosiddette “specie neglette del mare” e la presentazione con degustazione del libro “Pillole del Conero”, alla sua seconda edizione.

Altro polo attivo nel fine settimana del Festival di Tipicità in Blu è la Mole Vanvitelliana, riferimento tra mare e terra che rende unico il “waterfront” anconetano. Sabato 17, spazio ai Blu Tour, itinerari turistici guidati dai ragazzi, ed alla mostra “Barche e navi”, un percorso multisensoriale tra forme, strutture e materiali. Sempre sabato, di pomeriggio, la degustazione “piccole pescherie e grandi birre”, con possibilità di assaporare anche vini del Conero e specialità marinare presso il “The Mole, caffè letterario”.

Durante le giornate di Tipicità in Blu, sempre alla Mole, sarà possibile visitare il Museo Tattile Omero e la Mostra “Rinascimento marchigiano, opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma lungo i cammini della fede”. Nella mattinata di domenica 18 maggio, inoltre, iniziativa speciale Visita il Cantiere, con partenze su prenotazione dalla Mole in direzione del cantiere navale di Fincantieri.

Da lunedì 19 si aprono le giornate della blue economy che, fino al 20 maggio, vedranno protagonisti gli studenti con una speciale escape room dedicata alla “sfida del mare”.

Il 21 e 22 Tipicità in blu “accende” il Passetto, altro spazio di unicità tra mare e terra avvolto nelle affascinanti atmosfere adriatiche, con incontri professionali legati a nautica, creatività e nuove competenze, nonché un laboratorio didattico per i bambini sulla sana alimentazione di mare. Proprio la terrazza del Passetto e la sala Unicorn ospiteranno, nel pomeriggio del 21, il lancio ufficiale del Grand Tour delle Marche. Sarà invece l’Università Politecnica delle Marche, il 22 e 23 maggio, la sede della seconda edizione di “The Blue Way Hackathon”, una sfida in quarantott’ore per navigare il mare e ideare soluzioni innovative per il futuro della Blue Economy. Il 23 pomeriggio sarà il forum “Cantieri Aperti” a chiudere simbolicamente l’intenso viaggio dell’edizione 2025 di Tipicità in Blu.

Info e prenotazioni: www.tipicitainblu.it

I luoghi del tempo libero del passato: la mostra sulle pareti del Mercato di via Maratta

L’Ancona del passato da qualche giorno decora con le sue immagini il mercato coperto di via Maratta: un salto indietro nel tempo, che ci riporta nella vita, nei luoghi di incontro e di lavoro della città, nei negozi, negli spazi dedicati al tempo libero come bar, ristoranti, cinema, teatri. Le foto sono state donate al Comune dal Lions Club Ancona Host e sono le stesse proposte nell’edizione 2024 della Mostra “Tra passato e futuro”, la terza di una serie che, tra l’altro, nel 2022 aveva proposto 40 stampe, anch’esse donate al Comune e poi affisse nello scalone della sede municipale di piazza XXIV Maggio.

Le foto provengono da archivi privati e album di famiglia e raccontano la vita reale che si svolgeva in città e le storie dei cittadini e anche di coloro che su Ancona hanno investito con le loro attività commerciali, contribuendo a costruire la storia della città e a delinearne l’identità.

Nell’edizione 2024 della mostra sono state esposte circa 70 foto, con allestimento sospeso, curato dall’architetto Carla Lucarelli, per permettere ai visitatori una fruizione immersiva. In tutte le edizioni l’iniziativa è stata al centro dell’interesse di molti cittadini e turisti. Le mostre sono state visitate complessivamente da oltre quattromila persone e numerose scolaresche, diventando, di fatto, un appuntamento atteso dagli anconetani e non solo.

Anche lo scorso anno è stato realizzato, come per le precedenti edizioni, un catalogo cartaceo contenente, oltre alle foto esposte nella mostra, altre foto inedite corredate dalla descrizione dei profili dei cosiddetti “Capitani coraggiosi”. gli anconetani che con le loro attività hanno investito su Ancona, contribuendo al suo sviluppo economico, e di un approfondimento su “Teatri, cinema e poi…”.

Il Comitato Scientifico è composto da: Stefania Annini; Carla Lucarelli; Antonio Luccarini; Carlo Mancini; Diego Masala; Sauro Moglie; Patrizia Niccolaini; Paola Pacchiarotti. Gianfranco Belemmi ha messo a disposizione alcune foto pubblicate sul Gruppo Facebook “Storica Ancona”. La Mostra è patrocinata da Comune di Ancona, Regione Marche, Arcidiocesi Ancona-Osimo, Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici ed Edilizia di Culto, Parco del Conero, Ordine degli Architetti di Ancona.

Alla cerimonia della donazione che si è svolta lunedì 5 maggio, sono intervenuti, in rappresentanza del Comune di Ancona, l’assessore alle Attività economiche e mercati Angelo Eliantonio e l’assessore alla Cultura Marta Paraventi con la dirigente del servizio Viviana Caravaggi Vivian, che hanno sottolineato il valore aggiunto della scelta di dedicare gli spazi dei mercati anche ad attività culturali e di socializzazione. “Il cittadino – detto Eliantonio – è alla ricerca di prodotti sempre più genuini, quindi il mercato ha accresciuto il proprio fascino. Ma l’area mercatale che offre anche qualcos’altro rispetto ai prodotti, è una strategia vincente, sulla quale questa Amministrazione ha investito sin dall’inizio. Lo dimostrano le città che su questo hanno investito, come ad esempio Firenze e Bologna in Italia e molte altre città europee”. “Questa mostra – ha aggiunto l’assessore Paraventi – ha avuto moltissimi visitatori nei locali di Spazio Presente. C’è evidentemente una grande esigenza di riconnettersi con il passato, alla ricerca di un’identità complessiva della città. Conoscendo la genesi del progetto con i Lions, ho apprezzato che siano stati proprio i cittadini a mettere a disposizione in forma massiccia i loro ricordi. Come assessorato ci stiamo concentrando molto su questa ricerca dell’identità”. Insieme con i rappresentanti del Comune erano presenti il presidente del Lions Club Ancona Host Michele Menghini, le curatrici della mostra Patrizia Niccolaini e Stefania Annini, i componenti del comitato scientifico delle mostre “La città tra passato e futuro” Antonio Luccarini, Sauro Moglie, Carla Lucarelli, che, nel corso di una conferenza stampa ospitata da Stefano Morini all’interno della sua “Bottega”, hanno raccontato l’esperienza della Mostra.

L’inaugurazione del 5 maggio è stata anche l’occasione per dare un primo spunto sulla prossima edizione di “Tra passato e futuro”, che riguarderà il tema del mare di Ancona. Anche in questo caso il Lions Club Ancona Host selezionerà le foto delle persone che vorranno metterle a disposizione.

Margherita Rinaldi

IL PERSONAGGIO: Massimo Baldini e la sua home gallery nel cuore di Ancona

Accade che in un giorno di aprile vedi una locandina appesa al portone di una casa del centro, in via Cadorna numero 4, precisamente. La locandina recita più o meno così: Casa nostra – housing in Italy, fotografie di Massimo Baldini. Sullo sfondo un palazzone, di quelli che ci sono familiari, perché per vederli basta spostarsi sulla costa adriatica, appena più a sud di Ancona e, di fronte al palazzone, una casa cantoniera.

L’appuntamento è per il 12 aprile, per il vernissage. Il luogo è un appartamento di quel palazzo di via Cadorna, che solo qualche mese fa era uno spazio pieno di passato e impastato di anconetanità, tra porte e soffitti liberty, corridoi e mobili antichi. Massimo Baldini, il fotografo di origini anconetane ma bolognese da molti anni che espone le sue opere in mostra, lo ha acquistato e ristrutturato, riuscendo a conservare però quell’atmosfera tipica delle case del Viale e dintorni, incorniciando quadri naturali con le finestre che racchiudono pezzi di paesaggio anconetano, e allestendo le pareti della zona giorno con la sua ultima mostra, dedicata ai modi italiani dell’abitare, ma anche ai modi, come scrive lui  stesso nel catalogo, “in cui gli abitanti della penisola cercano, e trovano, la propria felicità”.

Il giorno dell’inaugurazione sali le scale del palazzo e timidamente suoni alla porta, perché non è proprio usuale per Ancona entrare in una casa privata per vedere una mostra. Sei il visitatore numero tre, ma, tempo mezz’ora, la casa si riempie. Tante persone seguono con curiosità, con interesse, le spiegazioni di Massimo. Molti hanno in mano una macchina fotografica. Lo vedi subito che in città la voce è girata. Grazie alla locandina che sicuramente ha incuriosito, ma anche per la discreta ma efficace comunicazione social, che presenta Theia, la nuova – e forse la prima – home gallery anconetana, il cui nome è un omaggio alla dea greca della visione.

La mostra si è chiusa il 4 maggio e ora la home gallery è pronta per ospitare nuove esposizioni, anche di altri artisti. Housing in Italy ha registrato una media di 20-25 persone al giorno. “E soprattutto – afferma Baldini – una cosa che mi ha piacevolmente colpito è che ci sono stati molti giovani. Sono giovani curiosi, interessati, spesso anche competenti, assolutamente non sprovveduti. Quindi non è vero che tutti i giovani sono apatici e che passano la vita attaccati ai social media. Il fatto che ci sia questa vivacità di interessi e questa voglia di partecipare, di essere protagonisti, mi sembra molto incoraggiante per il futuro. Sono venuti giovani che lavorano, studenti, famiglie giovanissime con bambini… A Bologna non lo so se avrei avuto la stessa risposta.  Naturalmente Bologna ha un bacino di potenziali visitatori molto più ampio, però nello stesso tempo è più estesa anche l’offerta, quindi c’è più dispersione. E poi questa cosa della home gallery secondo me ha funzionato meglio qui. Ho parlato con tanti che poi dopo si passavano la voce, quindi è stata una specie di rete che si allargava. Abbiamo avuto, tra l’altro, molte persone interessate di fotografia che conoscono molto meglio di me l’ambiente anconetano. Alcuni mi hanno anche chiesto di partecipare a una collettiva, alla quale sto lavorando”.

Massimo Baldini oggi ha scelto la fotografia come sua occupazione principale. E’ un sociologo, nato ad Ancona, dove è rimasto fino al termine delle superiori. Poi si è laureato a Firenze, dove ha condiviso casa ed esperienze con gli amici anconetani, di scuola e di compagnia. Al termine dell’Università lui si è fermato lì, per cominciare un percorso lavorativo che lo ha portato a insegnare a Monaco, a passare un periodo piuttosto lungo negli Stati Uniti e poi a tornare in Italia, a Bologna, dove è stato traduttore per Il Mulino, la società editrice per la quale ha lavorato per 15 anni, diventando nel tempo caporedattore nella sezione dedicata alle traduzioni e infine editor di scienze sociali. Una vita e un lavoro vissuti a ritmi intensi, che lo hanno portato a non frequentare più Ancona con molta assiduità. Quando poi i ritmi lavorativi lo hanno consentito “sono tornato ad Ancona – racconta Baldini – dopo un periodo lungo. E nel frattempo ho anche abbracciato questa attività di fotografo. Io – spiega – sono appassionato di fotografia fin da quando ero ragazzo. La mia prima macchina fotografica l’ho avuta ai tempi del liceo. Era una Pentax MX. Ce l’ho ancora, mi è cara, però poi dopo per un lungo periodo non ho fatto molte fotografie perché appunto c’era il lavoro e non c’era tanto tempo. Quando ho deciso di dedicarmi di più a questa passione, di diventare, possibilmente, bravo, nel 2014 mi sono dimesso dal Mulino, con cui ho continuato a collaborare dall’esterno, seguendo alcuni progetti, curando alcuni libri, soprattutto manuali di sociologia”.

E’ del 2017 la prima mostra di Massimo Baldini, il cui portfolio è consultabile al link www.massimobadini.net. “Sono foto dall’Italia, a quell’epoca fotografavo in bianco e nero, facendo street photography. E in queste foto ci sono molte persone, cosa che adesso è completamente cambiata. Nelle foto che faccio adesso le persone non ci sono più”. Sono poi seguite una mostra a Bologna sui piccoli musei poco conosciuti, sempre in bianco e nero, altri lavori e un libro nel 2019: “Gli Italiani”, realizzato ispirandosi a Robert Frank, il fotografo di origine svizzera, poi trapiantato negli Stati Uniti e che alla metà degli anni 50 pubblicò il libro «The Americans», entrato poi nella storia della fotografia. “Fu – spiega Baldini – un libro controverso, le cui fotografie contraddicevano completamente il sogno americano. Le prime edizioni di questo libro avevano fotografie affiancate da testi di vari tipi, soprattutto letterari, ma anche teatrali, cinematografici, pezzi di giornalismo, di saggi. E allora io ho pensato di rifare la stessa cosa con questo libro qui: il titolo è lo stesso, trasposto, c’è lo stesso numero di fotografie, sono 83, ed è riproposta la formula dell’accoppiata testo-immagine. I miei testi sono presi dalla letteratura italiana. Mi sono fatto aiutare: li ha scelti l’italianista Claudio Giunta”.

La svolta che dialoga con Ghirri: Dopo la lunga pausa del Covid – prosegue il fotografo – “ho avuto modo di sperimentare qualcosa di nuovo. A un certo punto uno sente il bisogno di azzerare, di resettare tutto e provare a fare un’altra cosa, magari completamente diversa, ed è stato un po’ il mio caso.  All’inizio era un gioco, così una sperimentazione, ho voluto vedere cosa succedeva se provavo a fare delle foto a colori. Pensavo che avrei continuato a usare il bianco e il nero per sempre, mi piaceva molto, trovavo che le foto venissero un po’ più astratte, un po’ più intense. Però poi invece ho detto adesso provo, vediamo cosa succede, e ho visto che i risultati erano interessanti, che mi piaceva, e quindi sono ripartito con un modo di lavorare nuovo.

Anche in questo caso mi sono ispirato a qualcuno. A me piace fare questo tipo di esperienza, vedo che funziona, che per me è fonte di ispirazione. In questo caso parliamo di Luigi Ghirri (anche se nelle foto di Baldini il cielo diventa completamente bianco, per incanalare tutta l’attenzione sull’oggetto della foto, n.d.r.). Il nuovo progetto, che si chiama Italia Revisited, da cui nasce la mostra di Ancona, l’ho concepito pensando al Viaggio in Italia di Ghirri. Quel libro ha completamente cambiato la fotografia di paesaggio in Italia, superando il modello Alinari. Ghirri e il suo gruppo hanno fatto una cosa completamente diversa: hanno cominciato a fotografare il campetto di calcio, la linea ferroviaria, lo scorcio… Quindi io ho pensato a quel libro lì. Ci ho pensato con un po’ di anticipo per la verità, perché le prime foto dell’archivio di Italia Revisited, che adesso contiene più di mille scatti, sono del 2014. Per me non è una questione di imitazione, ma piuttosto di dialogo, di vedere se è possibile seguire quel modello che comunque è molto interessante e stimolante e nello stesso tempo però fare qualcosa di nuovo”.

Quel progetto nel 2022 è diventato una mostra, “anzi – dice – nelle mie intenzioni sarebbe un primo episodio, una prima puntata. Vorrei farne almeno un’altra. Perché non tutte le mie mille e passa fotografie andranno a finire in una mostra, in un catalogo. Ovviamente è impossibile, forse non tutte sono meritevoli o almeno non quanto altre. Insomma, sceglierò le migliori. Anche qui c’è lo stesso numero di foto che c’è nel Viaggio in Italia. Questo però, essendo un lavoro sul paesaggio, contiene tutti gli elementi del paesaggio, quindi ci sono case, ma anche molti edifici pubblici, bar, ristoranti, negozi, hotel, ci sono piazze, stazioni, rotatorie. Ho cercato di mettere tutte le componenti del paesaggio, anche capannoni, silos, stabilimenti industriali. Ci sono perché si trovano nel paesaggio italiano. Quindi l’Italia che esce da questo lavoro è recente, contemporanea. Ho cercato di mostrare, come sociologo, la cifra del paesaggio italiano che è data dalla commistione ormai inestricabile tra elementi molto eterogenei tra loro”.

Ancona: C’è, poi, anche un po’ di Ancona nell’ultima mostra di Baldini: il palazzo delle tre Palle di via De Bosis, il liberty delle abitazioni a un incrocio di corso Amendola, una casa vicino allo scalone Nappi. Ma bisogna guardare attentamente queste foto per riconoscere il luogo, perché l’occhio del fotografo è catturato più dal particolare che dall’intero: una piccola ceramica vicino all’entrata, una madonnina del duomo tra due finestre, un semaforo lampeggiante che pende dai fili dell’elettricità e che molti neanche notano quando passano lungo la via.

Ma come ha trovato Ancona Massimo Baldini, essendoci tornato dopo tanto tempo? “Adesso, ovviamente, è cambiata. La città che avevo in mente io prima di andare in giro per il mondo era diversa. Ci sono intere parti che neppure conosco bene, nuovi quartieri residenziali. E poi la parte della Marina Dorica, interessante dal punto di vista fotografico. Sicuramente ci sono stati dei cambiamenti anche importanti, ma soprattutto forse è cambiato il mio atteggiamento. Quando me ne sono andato pensavo che fosse una città di provincia addormentata, avevo voglia di andare, volevo scappare, un po’. Adesso invece ho scoperto, anche con sorpresa, di avere un legame affettivo profondo con Ancona. C’è un senso di appartenenza che evidentemente nonostante tutto non si è spento, non si è affievolito, anzi si è riacceso. Mi piace molto starci, mi piace anche questa scelta della casa. L’ho fatta perché ho scoperto che questo appartamento si prestava molto bene per fare una gallery. L’ho scelto perché mi piaceva molto lo stile, un po’ vintage, con queste caratteristiche che le case che si fanno ora non hanno più. Ma l’ho scelto anche per la zona, perché qui basta uscire e c’è tutto. E’ molto bella, faccio passeggiate lunghissime, al parco del Cardeto, al Duomo, al Porto, al Passetto. E’ un grande piacere. E poi è una parte della città molto vivace: c’è la gente. Io mi sveglio la mattina, magari delle volte è l’alba e non è ancora giorno, ma guardo fuori e c’è gente che passa per il Viale. E così la sera fino a tardi: ci sono locali, ci sono posti dove andare, ci sono ristoranti, che sto scoprendo uno dopo l’altro”.

E c’è anche un’altra idea che nasce da questo ritorno: una mostra con foto di Ancona. Ce ne sono molte nella collezione di Baldini. E lui è già al lavoro per questo nuovo progetto.

Margherita Rinaldi

Partiti i lavori per l’impianto di tiro a segno

Sono iniziati nell’area adiacente lo stadio del Conero i lavori per la realizzazione dell’impianto di tiro a segno destinato alle discipline olimpiche, che usufruisce di fondi Pnrr per oltre 4 milioni di euro ottenuti in seguito alla scelta della Federazione UITS (Unione Italiana Tiro a segno), che ha individuato l’area della cittadella sportiva di Passo Varano per la realizzazione di un centro federale.
Il progetto prevede la realizzazione di un Poligono di Tiro, adiacente allo stadio del Conero e alla piscina olimpionica in costruzione, idoneo ad ospitare competizioni internazionali per carabina e pistola ad aria compressa al coperto da dieci metri con 45 linee di tiro (che potranno essere raddoppiate) da 25 e 50 metri.
Il primo lotto – quello finanziato con fondi Pnrr – prevede anche la realizzazione di un edificio per spogliatoi e servizi per gli atleti con punto ristoro, un’armeria, un parcheggio interno per gli atleti e servizi per il pubblico.
“Stiamo lavorando – afferma l’assessore agli impianti sportivi Daniele Berardinelli – per trovare la soluzione per completare anche il secondo lotto che così farebbe diventare questo impianto la sede federale scelta dalla UITS per gli allenamenti delle varie nazionali che impegnerebbero la struttura almeno tre settimane al mese”.

Dal Museo archeologico all’Anfiteatro romano, alla scoperta della storia antica del capoluogo

Salto di qualità per l’Anfiteatro romano di Ancona, cerniera tra il centro storico e il mare Adriatico e area archeologica strettamente connessa con il vicino MAN, Museo Archeologico Nazionale delle Marche, dal quale prende avvio l’itinerario di visita.

Entrato a far parte dei Musei italiani come luogo della Cultura della Direzione regionale Musei delle Marche, in capo al Ministero competente, sarà oggetto di progetti di riqualificazione e valorizzazione, oltre che meta- si diceva- di visite guidate della durata di circa 45 minuti, per ora stabilite nella giornata di martedì, a partire dalla Settimana di Pasqua. Un progetto che nei prossimi anni interesserà scavi, messa in sicurezza e nuovi spazi e connessioni da valorizzare tra più siti (ad esempio la sezione delle antiche terme romane, adiacente a Palazzo Bonarelli). Tra i punti forti del percorso aperto al pubblico, lo spettacolare camminamento sul marciaronda a picco sul mare che condurrà direttamente fino alla nuova uscita dell’Anfiteatro, che la Direzione intende fare coincidere con il limitrofo accesso al parco del Cardeto.

Il Direttore della Direzione Musei Marche, Luigi Gallo e il Direttore del Museo Archeologico Nazionale delle Marche, Diego Voltolini non nascondono il loro entusiasmo:

Il punto di ritrovo per le visite- che negli intenti potrebbero essere incrementate in concomitanza con l’arrivo dei croceristi- sarà la biglietteria del MAN Marche (Palazzo Ferretti), dalla quale si raggiungerà a piedi l’Anfiteatro che dista circa 150 metri. Per accedere alle visite è consigliabile la prenotazione al centralino del Museo, chiamando il numero telefonico 071-202602.

Nel frattempo i tecnici sono all’opera per migliorare la fruibilità e l’accessibilità dello spazio, dopo il completamento di un’ampia opera di pulizia da ogni traccia di rifiuto. Da parte del Sindaco e dell’assessore alla Cultura un ringraziamento alla Direzione regionale Musei Marche e alla Direzione del Museo Archeologico delle Marche per il lavoro svolto assieme in vista della convenzione tra Comune e Direzione Musei Marche per la valorizzazione condivisa e integrata del prezioso sito dell’Anfiteatro. La convenzione prevede la concessione dell’uso gratuito pluriennale dello spazio al Comune per iniziative culturale e di spettacolo, previa manutenzione ordinaria del sito da parte dell’Amministrazione.

STORIA dell’ANFITEATRO L’Anfiteatro Romano fu realizzato nel periodo augusteo (fine I se. a.C. – inizi I sec. d.C.) sulla sella collinare che sovrasta il porto e la città antica di Ancona, situato tra i Colli Guasco e dei Cappuccini a 40 mt sul livello del mare. ’Anfiteatro presentava una cavea sviluppata su oltre venti gradinate disposte su tre ordini che poggiava in parte sulla roccia marmosa (tagliata per accogliere la struttura) e in parte su volte cementizie costruite in elevato e poteva accogliere fino a 10.000 spettatori. Molteplici le tecniche costruttive dell’Anfiteatro (opera quadrata, opus reticolatum, laterizio…) e spesso in mescolanza tra loro che testimoniano sia alcuni “ripensamenti” in corso d’opera, sia fasi edilizie successive. Dopo l’abbandono in età antica (IV sec. d.C.) venne utilizzato come cava di materiali e, a partire dal XIII secolo, come base per nuove costruzioni che ne hanno nascosto la struttura. Solo nel 1810 si identificò nella volta della cantina del conte Bonarelli uno degli ingressi principali del monumento, Porta Pompae, ingresso destinato ai soldati, mentre quello secondario corrisponde forse alla Porta Libitinensis, destinata all’uscita dei morti e feriti. Annessi all’Anfiteatro sono i coevi locali adibiti a uso termale: un vasto ambiente con vasca a mosaico e pareti affrescate, e altri ambienti con resti del sistema di riscaldamento termale, eretti sopra un precedente lastricato. Nel 1930 iniziarono gli scavi grazie all’intervento della Soprintendenza, a cui si aggiunsero finanziamenti ministeriali appositamente erogati dopo il sisma del 1972.

Federica Zandri

Piazza della Repubblica: tutti gli step della rinascita

Avranno inizio il 12 maggio i lavori per la riqualificazione di piazza della Repubblica e procederanno per stralci, come in un puzzle, per non compromettere la convivenza del cantiere con le attività di residenti, commercianti, lavoratori dell’area. Con tutti questi soggetti sono stati condivisi il cronoprogramma e la planimetria che rappresenta la localizzazione dei lavori nelle diverse fasi nel corso di una assemblea pubblica di presentazione. Questo approccio modulare permetterà di mantenere attive le funzioni essenziali della piazza, minimizzando per quanto possibile i disagi per la cittadinanza, per il Teatro e per le attività economiche presenti.

Il cronoprogramma dei lavori fissa anche la conclusione tra poco più di un anno, cioè per la fine di maggio 2026. I lavori sono suddivisi in cinque lotti esecutivi.

Il lotto 1 interesserà la parte davanti al teatro e la parte sinistra della rampa di discesa verso il porto: avrà una durata massima di 5 mesi e mezzo, cioè fino a fine ottobre 2025. Il lotto 2, che si sviluppa su due lati del palazzo della Rai (parte destra della rampa di discesa al porto e parte antistante la scalinata di ingresso della Rai), durerà 4 mesi, cioè fino a fine febbraio 2026. Stessa deadline per i lavori del lotto 3, che interesserà la striscia che delimita la piazza lato via Gramsci. Qui le opere di riqualificazione dureranno circa un mese e mezzo. Il lotto 4 si divide in due parti: la prima è una sezione della piazza incastonata tra la parte antistante il palazzo della Rai (lotto 2) e l’area del lotto 1 davanti al teatro, la seconda è la strada di fronte all’entrata della chiesa del Sacramento, che congiunge piazza della Repubblica con piazza Kennedy. In questi settori i lavori dureranno 2 mesi e si concluderanno ad aprile 2026. Il lotto 5, infine, dove i lavori sono previsti per un massimo di 2 mesi, fino a fine maggio 2026, coincide con la parte retrostante la Chiesa del Sacramento.

Con un investimento complessivo di 1,3 milioni di euro, la riqualificazione di Piazza della Repubblica si inserisce nel programma triennale delle opere pubbliche 2024-2026 del Comune di Ancona. Il progetto di riqualificazione punta a trasformare la piazza in un’area completamente pedonale, valorizzando il Teatro delle Muse e migliorando il collegamento tra il centro storico e il porto. Un nuovo impianto di illuminazione, con lampioni dal design curato e faretti incassati nella pavimentazione, contribuirà a valorizzare gli spazi pedonali e gli edifici storici circostanti. Sarà anche creato un percorso d’acqua che culminerà in una fontana all’ingresso del porto, simbolo del rinnovato legame tra Ancona e il suo mare. Tra gli interventi più significativi si segnalano anche quelli sulle pavimentazioni, che saranno sistemate con materiali pregiati come la pietra arenaria, la pietra d’Istria e quella di Apricena. Particolare attenzione sarà riservata infine all’accessibilità: per le persone con disabilità visive saranno realizzati percorsi tattilo-plantari, saranno eliminate le barriere architettoniche, installata nuova segnaletica e collocati paletti per delimitare in sicurezza le aree pedonali.

Margherita Rinaldi

Nella foto: piazza della Repubblica piena di giovani in occasione di un evento a teatro

Dopo l’Erasmus ecco i grandi appuntamenti di sport e cultura

Dopo Erasmus Generation Meeting, il grande appuntamento internazionale con i 1200 studenti Erasmus, prosegue ad Ancona la stagione di iniziative di sport e cultura. E’ stata, quella di EGM, una grande kermesse che ha visto momenti di festa aperti alla cittadinanza ma anche occasioni di riflessione su opportunità di lavoro, valorizzazione dei talenti universitari e ruolo delle città universitarie.

A fine maggio gli studenti universitari dediti allo sport si ritroveranno nell’evento organizzato ad Ancona da FederCUSI (Federazione Italiana dello Sport Universitario): i Campionati Nazionali Universitari (CNU) primaverili, in programma dal 24 maggio al 1° giugno 2025 , L’appuntamento organizzato con l’Università Politecnica delle Marche e il Cus Ancona, è di portata nazionale e di grande rilevanza, momento di crescita importante per Ancona Città Universitaria. L’organizzazione dei Campionati è già partita da un anno, a cura dell’assessorato all’Università e in collaborazione con l’assessorato al Turismo del Comune, con l’Università e il Cus, coinvolgendo la Regione, le Associazioni di categoria e, in particolare, il sistema della ricettività alberghiera del territorio.

Anche in questo caso, saranno migliaia i giovani che raggiungeranno la nostra città, che già da qualche giorno è al centro dell’attenzione, questa volta per un evento culturale, grazie alla inaugurazione alla Mole Vanvitelliana della mostra “Rinascimento marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma lungo i cammini della fede”, a cura di Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi, focalizzata sulla valorizzazione e promozione del patrimonio storico artistico proveniente da chiese e musei dei comuni colpiti dai sismi del 2016-17 (area Sud della regione Marche) e del novembre 2022 (province di Pesaro Urbino e Ancona). La mostra resterà aperta fino al 15 giugno. Le opere, tutte restaurate da professionisti marchigiani, sono di notevole interesse dal punto di vista storico artistico e vengono presentate in tre distinte sezioni articolate in ordine cronologico. Oltre alla mostra, è possibile visitare anche il Museo Statale Tattile Omero e la Collezione Design, ed approfittare anche di “The Mole – Caffè letterario” , che da qualche mese è già attivo all’interno di questo contenitore così unico e particolare.

L’Arena sul mare al Porto antico aprirà la sua stagione, per il secondo anno consecutivo, con l’UlisseFest 2025, la festa del viaggio di Lonely Planet, in programma dal 4 al 6 luglio, con eventi, concerti, spettacoli, incontri e racconti di viaggio. Tra i concerti, il 4 luglio 2025 quello dei Coma Cose, mentre Maurizio de Giovanni presenterà il suo spettacolo “Passione” all’Auditorium della Mole di Ancona. Ma l’Arena sul Mare sarà scenario di altri prestigiosi appuntamenti con concerti e serate di grande richiamo per tutto il mese di luglio 2025, rendendo Ancona ancora più coinvolgente per la cittadinanza ed attraente per i turisti.

Rosanna Tomassini

Il Cammino francescano nel cuore di Ancona e dal porto storico a Numana

Pubblicata la guida dell’itinerario cittadino

Ancona riscopre la presenza del passaggio del Santo più celebrato e preso a modello in Italia e in molte parti del mondo, così come dal Santo Padre che ne ha acquisito il nome. Lo fa in occasioni delle Celebrazioni a lui dedicate dal nostro territorio in questi anni per via di una serie di ricorrenze con una pubblicazione dal titolo “A spasso con Francesco” una camminata all’interno del centro storico di Ancona tra chiese, monumenti, antichi palazzi e panorami mozzafiato sulle orme del “poverello” di Assisi. La guida si inserisce nel circuito del Cammino Francescano nella Marca di Ancona, un suggestivo percorso naturalistico, spirituale e culturale inaugurato da poche settimane che si snoda per circa 30 km da Ancona a Numana, attraversando luoghi storici legati a San Francesco d’Assisi. Questo itinerario è stato creato per celebrare l’ottavo centenario degli avvenimenti francescani nella regione e offre ai pellegrini un’esperienza unica di fede, meditazione e contatto con la natura. Le dieci tappe del cammino sono: Ancona – Banchina San Francesco, Ancona – Santa Maria della Piazza, Ancona – Museo e Cattedrale di San Ciriaco, Ancona – San Francesco alle Scale, Ancona – San Francesco ad Alto, Varano – Chiesa di San Pietro Martire, Varano – Opere Caritative Francescane, Camerano – Chiesa di San Francesco, Sirolo – Villa Vetta Marina, Numana – Chiesa di Cristo Re, Lungo il tragitto, i pellegrini troveranno segnaletica informativa a basso impatto ambientale, in linea con lo spirito francescano. Ogni tappa è dotata di totem con QR code, che permette di accedere a contenuti interattivi e approfondimenti direttamente sullo smartphone. Le mappe interattive  e tutte le info di questo cammino unico e accessibile ai più sono disponibili sul sito ufficiale www.camminofrancescanoancona.it .

Tornando all’opuscolo di Ancona Tourism- Assessorato al Turismo, edito da NonSolo Video- si articola come una passeggiata di poco più di tre chilometri tra i luoghi storici più suggestivi e caratteristici della città con un accompagnatore d’eccezione: San Francesco. La città si è in qualche modo abituata ad avere la compagnia di Francesco da quando nel 2019 l’Arcidiocesi di Ancona-Osimo, Mons. Angelo Spina ha maturato il progetto di indire un Anno Francescano per far riscoprire la figura del Santo che era stato ad Ancona nel 1212 e poi nel 1219 si era imbarcato sempre ad Ancona, per raggiungere la Terra Santa martoriata ora come allora dalla guerra.

E poi ancora nell’ambito delle Celebrazioni Francescane nel 2023 è stato ricordato il Natale di Francesco, festeggiando gli 800 anni della nascita del presepio per iniziativa del Santo Patrono. Celebrazioni Francescane che proseguono anche quest’anno per gli 800 anni del Cantico delle Creature, senza dimenticare il Giubileo indetto da Papa Francesco. “A spasso con Francesco” si pone dunque come una guida culturale ma anche turistica e religiosa per scoprire i luoghi francescani della città e quindi le Chiese, i monumenti, le tante opere artistiche conservate nel cuore più antico di Ancona. Nel volume si rintracciano storia, fede, ma anche cultura e il mare con scorci suggestivi da vedere o da riscoprire. La guida è poi fornita di una piantina con visualizzati le cinque tappe del Cammino Francescano, partendo dal Porto Antico per poi toccare la Chiesa di Santa Maria della Piazza, il Duomo, la Chiesa di San Francesco alle Scale e l’ex Convento di San Francesco ad Alto, che oggi ospita il Comando Esercito Marche. Il fascicolo è dotato anche di un “QRcode” scansionando il quale ci si immerge in un viaggio emozionante con musica e immagini davvero belle. L’opuscolo è arricchito dagli scritti del Sindaco, Daniele Silvetti, dell’assessore al Turismo, Daniele Berardinelli e dall’Arcivescovo di Ancona-Osimo Mons. Angelo Spina. La parte storica è stata curata da Diego Mecenero. Il video è stato realizzato da Nonsolovideo. Le foto sono del Comune di Ancona e di Paolo Zitti. Il progetto generale e il coordinamento editoriale è del giornalista Claudio Sargenti.

Federica Zandri

Lavori per lo studentato all’ex Deposito Derrate: nuove funzioni vitali al Parco del Cardeto

Una nuova residenza per studenti nel cuore del Cardeto e, quindi, del centro città di Ancona, in contiguità con la Facoltà di Economia e Commercio, immersa nel verde e tra le numerose testimonianze storiche che caratterizzano il parco urbano di 35 ettari a picco sul mare. I primi lavori sono iniziati all’ex deposito Derrate per dare vita al progetto dell’Ente regionale per il diritto allo studio universitario (Erdis) che vedrà la luce nel 2026.

L’edificio dei primi anni ’50 è l’ultima costruzione in ordine temporale del complesso di costruzioni militari presenti nell’area: per la sua particolare originalità come manufatto e per la sua posizione privilegiata, tra il verde e alle spalle della Caserma Villarey , è stato vincolato dal Ministero dei Beni architettonici: lo spazio sarà completamente riqualificato per accogliere gli studenti universitari e rappresenterà una svolta nelle funzioni del parco urbano, già interessato ai progetti del Demanio sulla ex caserma Stamura e sull’antico Faro e oggetto di una proposta per farlo rientrare all’interno del Parco del Conero.

Una nuova funzione, quella dello studentato, che infonderà vitalità e nuove destinazioni a tutta l’area del Cardeto: il progetto prevede la realizzazione di 59 posti letto (11 camere singole, 48 doppie), con soluzioni abitative inclusive e spazi condivisi per lo studio, il tempo libero e la socialità: aule, sala giochi, sala video, cucina comune, zona musica. Il valore complessivo è di oltre 10 milioni di euro, coperto in parte anche da fondi statali.

Ma quello dell’ex Deposito delle Derrate è solo uno dei tre nuovi studentati previsti ad Ancona. Un secondo intervento interesserà l’ex Caserma Fazio, nel quartiere Guasco, tra via Scosciacavalli e via del Faro. L’immobile, dichiarato di interesse culturale, era rimasto a lungo inutilizzato e ora il progetto, affidato a ERAP Marche, prevede la trasformazione dell’ex caserma in una residenza per studenti da 49 posti letto, suddivisi in 27 camere, la maggior parte delle quali doppie. Sono previste anche cucine collettive, spazi comuni e alloggi accessibili. Alcune camere disporranno di angolo cottura.

Il terzo intervento si sviluppa in via Saffi, nel centro storico, in un edificio di proprietà dell’Università Politecnica delle Marche e gestito da ERDIS attraverso una convenzione trentennale. Qui nascerà una residenza con 85 posti letto tra camere singole e doppie, tutte con bagno privato. Sono previsti anche soggiorni comuni, cucine, sale studio, lavanderie, una hall di accoglienza e la riqualificazione dell’ampio cortile interno. I lavori, cominciati a febbraio 2025, si concluderanno nel 2027.

I lavori all’ex deposito Derrate alle spalle della caserma Villarey