LA PAROLA AI CONSIGLIERI – Simone Pizzi Presidente del Consiglio

Il Consiglio Comunale, cuore del dialogo democratico

Ogni seduta del Consiglio Comunale si configura come un’occasione di crescita collettiva: uno spazio vivo, attraversato da voci differenti e da contributi che arricchiscono il dibattito istituzionale.

Lo dimostrano gli interventi pubblicati nella rubrica “La parola ai Consiglieri” su ComunicAncona. Si tratta di riflessioni che restituiscono il senso concreto dell’impegno quotidiano degli eletti, testimoniando una politica che si misura con i temi reali della vita cittadina: mobilità, tessuto urbano, ambiente, sanità, servizi sociali, scuola, cultura. Questo pluralismo di voci non è solo un segno di vitalità: è la condizione stessa del buon governo; così come il dialogo consiliare non è un semplice scambio di idee: è un ascolto reciproco che matura in una responsabilità comune. Ed è proprio nella responsabilità condivisa che si radica il ruolo centrale del Consiglio Comunale, chiamato a essere specchio delle diverse visioni della città e strumento per tradurle in scelte concrete.

Ancona, capoluogo di regione e punto di riferimento istituzionale per tutto il territorio marchigiano, affida al suo Consiglio Comunale un compito che è insieme politico e civile: farsi casa della rappresentanza e motore del confronto democratico. Nel ruolo di Presidente pro tempore, sento il dovere di riconoscere e promuovere il valore che quest’Assemblea esprime attraverso il lavoro quotidiano di ciascun consigliere, a prescindere dalle appartenenze politiche. Ogni eletto porta con sé un patrimonio di competenze, esperienze e sensibilità che spaziano dalla sanità all’impresa, dall’educazione al volontariato, dal lavoro professionale alla cultura. È da questa ricchezza che nasce la forza del dialogo istituzionale. Il mio compito è garantire che ogni voce trovi spazio, che il dibattito sia ordinato e trasparente, che le regole siano rispettate come fondamento della legittimità democratica.

Il Consiglio è composto da persone diverse per età, formazione e visione del mondo, ma unite da un tratto comune: la responsabilità verso il bene pubblico. Ogni seduta, ogni commissione, ogni mozione riflette la complessità della comunità che rappresentiamo e trova senso proprio nel confronto tra le idee. È in questa dinamica, talvolta faticosa ma sempre feconda, che si rafforza il tessuto democratico.

Per la matrice professionale da cui provengo, come medico e come persona attiva nel volontariato, ho imparato che l’ascolto non è debolezza, ma forza. La collaborazione non è rinuncia, ma possibilità. Il senso del dovere non è retorica, ma radice profonda di ogni servizio autentico. Sono valori che porto nel mio ruolo istituzionale, con spirito di dedizione e rispetto per la funzione che mi è stata affidata. È questo il mio impegno: custodire l’equilibrio, favorire il dialogo, accompagnare il Consiglio perché possa essere davvero la casa della città.

Valorizzare il Consiglio Comunale significa rafforzare le fondamenta della nostra democrazia locale. È qui che si analizza il presente, si ascoltano i bisogni e si costruisce il futuro. È nostra responsabilità – e nostro onore – fare in modo che quest’Aula resti sempre un luogo di fiducia, di apertura e di servizio alla comunità. Il servizio pubblico non è, infatti, uno spazio di potere, ma un’esperienza di umiltà quotidiana, che si misura sull’utilità per gli altri. È questa la visione che dobbiamo custodire in ogni gesto, in ogni atto deliberativo, operando oggi, in quest’Aula, con la consapevolezza che ogni decisione costruisce il domani della nostra città.

Si tratta di lavorare seguendo un’etica condivisa del fare politica, che abbia sempre come scopo la realizzazione del bonum commune. Ma il bene comune non è una formula astratta: è la sostanza stessa del nostro mandato; il bene comune è ciò che permette a ciascuno di crescere insieme agli altri; non si può perseguirlo se non nella verità, nella giustizia e nella carità sociale. Il bene comune è quel patrimonio materiale e immateriale, che si compone di valori plurali e condivisi, nonché di un patrimonio urbano, culturale e di servizi, tutti elementi che si sono sedimentati nel tempo rendendo oggi la citta quello che è. Come scriveva il filosofo Platone nel sesto libro della Repubblica, il vero politico deve essere «capace di memoria, pronto ad apprendere, magnanimo, elegante, amico e parente della verità, della giustizia, del coraggio, della temperanza».

Il Consiglio Comunale è espressione di una politica capace di parlare un linguaggio sobrio, orientato al bene comune, che sappia unire le persone anziché dividerle; una politica basata sul confronto leale, che non trasformi la competizione in conflitto permanente, ma riconosca il valore delle differenze e la dignità di ogni interlocutore. Come ricorda spesso il Presidente Mattarella, «la democrazia vive se sa unire, se sa costruire il bene comune a partire dal rispetto e dall’ascolto reciproco». La politica nella città e della città costituisce, tra le altre cose, anche il primo tassello per costruire quella pratica democrazia che si sostanzia poi ad altri livelli: l’Assemblea Regionale, il Parlamento Italiano, il Parlamento Europeo. Infatti, è il dibattito cittadino che dà vita ad una cultura civica e democratica diffusa. Noi, come amministratori locali, abbiamo il dovere di contribuire a creare un clima politico rispettoso, aperto e credibile. È un modo concreto di restituire fiducia ai cittadini e di confermare che le Istituzioni sono (anch’esse!) un bene comune da custodire con cura e rigore. Come sosteneva Norberto Bobbio, «la democrazia è una promessa. Ma perché non resti soltanto promessa, ha bisogno di essere vigilata, nutrita, sostenuta giorno dopo giorno».

Per concludere, possiamo pensare al nostro Consiglio Comunale come al cuore pulsante del dibattito democratico, che con i suoi movimenti opposti di sistole e diastole, con la sua dialettica delle idee, dà vita al corpo cittadino e sostiene l’anima demo-cratica della città.

Altri articoli