IL PERSONAGGIO Uno sguardo leggero e benevolo sulla vita, ridisegnata dalla sua matita magica, guidata da una mano sempre in movimento, da un intuito e da un talento fuori dal comune. Questa l’immagine che resta nella memoria e nel cuore di chi ha conosciuto Umberto Grati, artista nato e vissuto ad Ancona e scomparso il 30 novembre scorso dopo una breve malattia, lasciando desolata la comunità artistica e i suoi tantissimi amici.
Pittore, illustratore e grafico instancabile, dotato di una cifra riconoscibilissima in ogni sua singola creazione e sempre animato da uno spirito curioso, “Umb” aveva la straordinaria capacità di affiancare al genio artistico la capacità artigianale: “Il segreto è nella manualità” diceva, da autentico umanista, non abdicando mai, in assoluto, al disegno manuale in favore delle moderne tecnologie, che pure utilizzava nel suo lavoro. Lo si incontrava ogni mattina al Viale della Vittoria, con il suo giubbetto di pelle invecchiata, il suo cappello a falda, attraversare a piedi la città (oppure in moto nella bella stagione) per raggiungere il suo studio nel centro storico, il suo spazio magico dove- nel silenzio o sulle note quiete di qualche brano jazz- radunare le idee, dare seguito all’ispirazione e creare di volta in volta, negli anni, le sue opere: progetti e illustrazioni su commissione, principalmente, e una serie infinita di dipinti di piccole e grandi dimensioni su carta, tela e legno, utilizzando svariate tecniche – tutte amate dall’artista che si è divertito a tratti anche con la scultura- quali olio, acrilico e acquerello, tempera e tecniche miste.
Un diploma di scuola superiore presso l’Istituto Nazionale d’Arte di Ancona nel 1982 e una laurea presso l’Istituto di Belle Arti e Restauro di Firenze nel 1984, con specializzazione in Grafica Pubblicitaria, Umberto Grati si è fatto presto conoscere bene al di là dei confini locali e regionali, lavorando- senza mai lasciare fisicamente la sua città che amava profondamente- come grafico e illustratore indipendente per una serie di clienti, tra i quali EMI Italia e Virgin nel settore musicale, Feltrinelli, Sperling & Kupfer, Rizzoli e Mondadori tra gli editori di libri, La Stampa e Il Sole24Ore, ARCI, la Provincia di Milano e il Comune di Ancona tra i clienti istituzionali; JW Thompson, Pirella e le agenzie pubblicitarie Saatchi e RAI radiotelevisione italiana. Come pittore e illustratore versatile, ha collaborato con direttori artistici su progetti editoriali per riviste settimanali, mensili e quotidiane. Dalle “vignette” realizzate per la popolare Settimana Enigmistica alle illustrazioni per l’autorevole il Sole24Ore, il suo genio, la sua arguzia e il suo stile inconfondibile sono entrati nella case degli italiani, incuriosendo, facendo interrogare, riflettere, sorridere e -perché no?- sognare i lettori anche attorno agli argomenti più improbabili, quali quelli finanziari. Altrettanto si può dire per le sue celebri locandine, realizzate per i più importanti festival anconetani dagli anni Ottanta in avanti, quando le affissioni erano lo strumento principe della comunicazione e della pubblicità: ebbene non era raro vedere persone per strada incollate davanti ai suoi disegni, affascinate dalla loro carica visionaria, dall’uso del colore con le sue trasparenze e dalle figure, fluide, morbide, leggere, come in volo.
Un artista prolifico ma anche un operatore culturale attivo e generoso, che ha animato la vita associativa del capoluogo, partecipando e a volte promuovendo e co-organizzando iniziative in ogni ambito, dalle mostre d’arte, al teatro, alla musica, alla lettura, insieme alla sua compagna di vita Gemma, con la quale condivideva i suoi tanti interessi.
Dai tanti – artisti e non- concentrati nell’ autoaffermazione e nella spettacolarizzazione della proprie carriere, Umberto Grati, con la sua mitezza e la sua discrezione, era distante anni luce: refrattario alla conflittualità, alle sfide, allo spirito competitivo, era al contrario incline alla ricerca dell’armonia, alla pacificazione e ad una convivenza piena di grazia e bellezza tra gli esseri viventi. Con una sorprendente inclinazione a cogliere gli aspetti umoristici, il “buffo” che c’è nella vita, trasfigurata nella sua visione umanissima e perspicace. Proprio in ultimo, lo hanno sentito dire parole di conforto per gli altri, per i suoi cari, per la sua amata figlia Eva, venticinquenne e già affermato ingegnere aerospaziale: “la mia (di artista ndr) è una bellissima missione. E la gioia degli altri mi fa felice, quindi anche io lo sono. Non sarei mai capace di procurare tristezza, malumore e conflitto, non è nella mia natura. La mia prima gioia è vederla negli altri, negli amici, in chi mi vuole bene”.
“Un incontro con Umb, di qualsiasi tipo– ha scritto di lui l’amico Ubaldo Stecconi nel giorno del funerale- è sempre stato un privilegio. Poter vedere assieme a lui il suo mondo poetico dove è sempre carnevale. Abbiamo tutti ricevuto il dono della sua amicizia, del suo modo di fare sempre garbato e rispettoso, e della sua arte. Quindi siamo tristi e smarriti, sì, ma dobbiamo sentirci anche privilegiati di aver ricevuto il dono di conoscere Umberto”. Un privilegio, sì, avere respirato il mondo poetico di Umberto, fatto di immagini preziose che hanno illuminato luoghi, momenti, concetti tra i più diversi e a volte ostici eppure, grazie a lui, familiari. Conservando quella sensazione di serena accettazione della realtà, della vita che in sé contiene anche la fine della vita stessa, senza strappi, senza proclami, senza vittimismi. L’eredità che ci lascia Umberto Grati, con le sue opere esposte nel tempo ad Ancona, Milano e in altre sedi, è densa di contenuti, artistici e umani che le istituzioni e la comunità culturale sapranno – lo auspichiamo- valorizzare e fare conoscere anche alle nuove generazioni.
Federica Zandri
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Per chi desiderasse approfondire nel frattempo, il sito è www.gratidesign.it
