La stagione musicale Ancona Classica ha appena preso il via. Insieme con il musicologo Cristiano Veroli raccontiamo il viaggio musicale che FORM e Amici della Musica propongono per il capoluogo in una serie di appuntamenti che porteranno il pubblico ad ascoltare musica nei contenitori simbolo della città: il Teatro delle Muse, lo Sperimentale e la rinnovata Aula Magna della Facoltà di Ingegneria, che già in passato aveva ospitato le stagioni sinfoniche della Filarmonica Marchigiana.
Per il secondo anno consecutivo FORM e Amici della Musica propongono insieme una stagione di musica cameristica, concertistica e sinfonica per il capoluogo. Che storia racconta musicalmente il percorso studiato per quest’anno?
C’è un filo conduttore piuttosto evidente che lega insieme le due programmazioni musicali confluite nel cartellone unico di Ancona Classica 2025. Il termine di “Contrappunti” individuato dal Direttore artistico Fabio Tiberi per la stagione cameristico-concertistica di AdM (Amici della Musica “Guido Michelli”) allude alla coesistenza armonica e all’interrelazione dialogante di più linee melodiche che si intrecciano e si sommano tra loro, come in una fuga di Bach ad esempio, e quindi, per estensione, alla pluralità di stili, forme, generi ed epoche diverse che nel loro insieme tracciano una fitta rete di vie complementari nell’ambito di un percorso comune, arricchendolo così di varie possibilità di fruizione per il pubblico. Una simile “mappa” di percorsi diversi intrecciati fra loro è sottesa anche nel termine “MusicAttraverso” che identifica invece la stagione sinfonica FORM a firma del Direttore artistico Francesco Di Rosa: suoni “viaggianti” che attraversano il tempo e lo spazio della musica di ogni genere e stile segnando il traguardo dei 25 anni della Fondazione Orchestra Regionale delle Marche e i 40 anni dell’attività dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana.
In effetti, Ancona Classica 2025 offre al pubblico la possibilità di accostarsi a generi tradizionali come il quartetto per archi e la sinfonia, la sonata per uno o più strumenti e il concerto solistico; ma anche a generi e stili trasversali alla cosiddetta “musica classica”, come la musica per il cinema, la danza, il canto popolare rielaborato in ambito colto, per scoprire, o riscoprire, autori molto differenti tra loro per epoca, stile, linguaggio musicale, mezzi espressivi: da Beethoven a Ravel, da Schubert e Mendelssohn a Poulenc , Satie e altri autori del Novecento e dell’epoca contemporanea, fra cui il senigalliese Daniele Gasparini che presenta in prima assoluta una nuova opera su commissione AdM. Non solo. Alcuni autori compaiono in entrambe le programmazioni dando testimonianza della loro poliedricità di interessi musicali (come nel caso di Nino Rota, presente con le sue celebri musiche scritte per il cinema ma anche con composizioni di genere colto come il preludio pianistico e il concerto per archi); mentre alcuni temi attraversano entrambe le programmazioni affrontati da diverse prospettive: il tema della danza, ad esempio, su cui si incentra il programma del concerto FORM ROMEO E GIULIETTA, si ripresenta, come idea assoluta, nella Settima Sinfonia di Beethoven – “apoteosi della danza”, come la definisce Wagner – eseguita nella seconda parte del concerto BOSSO-BEETHOVEN degli AdM. Insomma: davvero una pluralità e un intreccio di vie nell’ambito di un percorso unificato AdM-FORM in grado di soddisfare tutti i gusti e le esigenze.
Chi sono i protagonisti chiave di questa stagione?
Difficile selezionare le eccellenze quando le eccellenze sono davvero tante. Concentrandomi sulla programmazione dei prossimi eventi, direi che oltre all’atteso debutto con la FORM, il 6 febbraio all’Aula Magna, del Premio Oscar Nicola Piovani con sue composizioni di vario genere da lui dirette, di notevole attrattiva è la presenza nel cartellone degli AdM di due eccezionali pianisti: il giovane di talento Filippo Gorini (artista in residenza per il triennio 2025-27) e l’affermato Emanuele Arciuli, impegnati il primo, il 9 febbraio allo Sperimentale (da questa data in poi sede di tutti gli appuntamenti di Ancona Classica) nell’interpretazione di capolavori assoluti come l’avveniristica ultima sonata di Beethoven, Op. 111, e la splendida sonata di Schubert D.840 “Reliquie” (di cui Gorini esegue anche i frammenti dei movimenti lasciati incompiuti dall’autore); mentre il secondo, il 25 febbraio, in un recital intitolato PIANO VOICE dal programma estremamente vario e articolato che, tra le altre cose, permette al pubblico di accostarsi ad interessantissime composizioni di autori novecenteschi e contemporanei ispirate al blues e alle melodie tradizionali dei nativi nordamericani.
C’è poi il 7 marzo, per la FORM, una “new entry” davvero importante: il maestro svizzero Matthias Bamert, compositore e direttore d’orchestra di fama internazionale che si esibisce per la prima volta in Italia dirigendo la Filarmonica Marchigiana in formazione di grande orchestra (oltre 60 elementi) nell’esecuzione delle due più celebri composizioni strumentali dedicate all’immortale coppia di amanti shakespeariana: l’Ouverture-Fantasia Romeo e Giulietta di Čajkovskij e brani tratti dalle tre suite dell’omonimo balletto di Prokof’ev introdotti dall’Invito alla danza di Carl Maria von Weber.
Da non perdere il 20 marzo, per gli AdM, l’esibizione del Quartetto Eos che affronta, in un programma dal titolo RUSSIAN TALES, due “gemme” della letteratura quartettistica come il Primo dei tre quartetti “Razumovsky” di Beethoven e il celeberrimo Ottavo Quartetto di Šostakovič. Come pure da non perdere il 27 marzo, sempre per gli AdM in collaborazione con la FORM, l’appuntamento con il violoncellista e direttore Luigi Piovano, primo violoncello solista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, per il concerto BOSSO-BEETHOVEN, un emozionante omaggio ad Ezio Bosso, musicista con il quale il Direttore artistico della FORM Francesco Di Rosa aveva un forte legame anche sul piano affettivo. Questo evento ha un significato particolare per il pubblico di Ancona. Proprio nella nostra città, infatti, il 2 febbraio 2020 Bosso diresse la FORM, insieme allo stesso Di Rosa in veste di oboe solista, in quello che fu il suo ultimo concerto pubblico. Il programma musicale di BOSSO-BEETHOVEN prevede alcune composizioni di Bosso, fra cui The Sea Prayer per violoncello e archi con l’intervento solistico di Piovano, e la già citata Settima Sinfonia di Beethoven, opera che Bosso diresse il 14 marzo 2018 all’Aula Magna salendo per la prima volta sul podio dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana.
Chiusura in grande stile l’8 maggio, fra idilli mozartiani ed eroismi beethoveniani, con il programma LA FORM E MAYER, SOLISTA DEI BERLINER: IDILLIO ED EROISMO, che vede protagonista un’altra importante “new entry” per la FORM: Albrecht Mayer, oboe solista dei Berliner Philharmoniker. Fra le opere in programma, eseguite e dirette da Mayer, la ricostruzione del Concerto per oboe K. 293 di Mozart, prima esecuzione in Italia, e la grande Sinfonia Eroica di Beethoven.
Sono diversi i luoghi che ospiteranno la stagione, dalle Muse all’Università. Quanto significa questo in termini di coinvolgimento del pubblico e quanto è cresciuta negli anni la cultura musicale di Ancona?
Significa molto. La storica triangolazione fra le due più importanti realtà musicali presenti nel territorio di Ancona, gli AdM e la FORM, e l’Università Politecnica delle Marche, frutto di collaudati rapporti di collaborazione e di amicizia che risalgono a diversi decenni addietro e che dallo scorso anno, sotto l’egida del Comune di Ancona, hanno dato vita ad Ancona Classica, è fondamentale per il coinvolgimento di un pubblico sempre più vario e numeroso nelle attività programmate e, di conseguenza, per la sua crescita culturale nell’ambito della musica; processo che, credo, sia già in atto ma che necessita di essere incentivato.
Con il recupero dell’Aula Magna come sede di concerti dopo molti anni di assenza, recupero fortemente voluto dal Rettore Gian Luca Gregori che si riallaccia alla tradizione dei “Giovedì dell’Aula Magna” nata al tempo in cui Tiberi era Direttore artistico della FORM, ha permesso di chiudere il circuito dei più importanti luoghi cittadini destinati alla musica (Muse, Sperimentale e Aula Magna) acquisendo o riacquisendo nuovo pubblico e, insieme, di completare, anche spazialmente, l’itinerario a più vie del duplice percorso musicale AdM-FORM all’interno del capoluogo.
C’è poi un’altra importante considerazione da fare. La programmazione di Ancona Classica risponde alle esigenze di un pubblico molto vasto e differenziato, comprendente, oltre ai tradizionali fruitori di musica colta appartenenti ad un fascia di età piuttosto alta e ad un livello sociale tendenzialmente elevato, anche altre categorie di utenti, fra cui gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado (per i quali sono previste forti riduzioni sul costo dei biglietti) e, in generale, tutti quei soggetti che, vivendo in condizioni di fragilità e disagio, sono generalmente tenuti ai margini dell’offerta culturale, potendo essi orientarsi anche verso programmi di particolare “appeal popolare”. Del resto, mi sembra che tutto questo possa contribuire, almeno per quanto riguarda la musica, al raggiungimento degli obiettivi perseguiti dall’attuale Amministrazione Comunale nel progetto per la “Grande Ancona”.
Margherita Rinaldi