Edilizia residenziale pubblica: c’è il nuovo regolamento

Il Consiglio Comunale di Ancona ha approvato nella seduta lunedì 17 febbraio il nuovo regolamento per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP). La proposta di deliberazione, presentata dall’assessore alle Politiche della Casa Orlanda Latini, era stata licenziata dalla giunta alcune settimane fa. La modifica adegua la normativa alle disposizioni della legge regionale del dicembre 2023, che, recependo alcune sentenze della Corte Costituzionale, ha abrogato il requisito dell’attività lavorativa in ambito regionale di almeno 5 anni e del requisito dei 5 anni di residenza.

“Con queste modifiche – sottolinea l’assessore Latini – otteniamo il risultato virtuoso di ridurre i tempi di assegnazione, migliorare l’efficienza della gestione delle risorse e soddisfare il maggior numero possibile di richieste, rispondendo così alle criticità del settore abitativo. Il nuovo regolamento si propone di garantire una gestione più rapida e equa degli alloggi ERP, mettendo al centro le esigenze delle famiglie anconetane e migliorando la qualità della vita per i cittadini in maggiore difficoltà”. La riforma del regolamento mira dunque a migliorare l’efficienza del processo di assegnazione degli alloggi, aggiornando le procedure e regolamentando anche l’assegnazione degli alloggi di edilizia agevolata, in conformità con il dettato normativo della Regione Marche.

Le principali modifiche introdotte riguardano diversi ambiti. In primo luogo sono state aggiornate alcune definizioni: quella di “alloggio di edilizia agevolata” e di “nucleo familiare”, anche in relazione ad alcune specifiche (monoparentale e nuclei giovani), relative all’assegnazione del punteggio. La modifica più sostanziale è sul tipo di graduatoria, che diventa chiusa e sarà aggiornata ogni due anni, per semplificare e velocizzare il processo di assegnazione degli alloggi, evitando la revisione continua dei punteggi e il mantenimento di domande scadute. La verifica dei requisiti sarà comunque effettuata prima dell’assegnazione. Per quanto riguarda la modalità di presentazione delle domande, è ora prevista prioritariamente quella on line, con un tempo di presentazione ridotto da 90 a 30 giorni, per semplificare l’accesso al servizio. È stata inoltre recepita la modifica del punteggio relativo alla residenza continuativa nel Comune, che passa da un massimo di 5 ad un massimo di 8 punti, in accordo con la legge regionale. Al fine di agevolare lo scorrimento della graduatoria, sono inoltre ridotti i termini per la presentazione della documentazione e la scelta dell’alloggio e modificati i limiti dimensionali. In particolare, riguardo a quest’ultimo punto, si procederà all’assegnazione degli alloggi disponibili in base al numero dei componenti il nucleo, evitando le attuali sovrapposizioni di superficie che prevedono l’accavallamento tra i nuclei, ad esempio di due (da 45mq a 59mq), tre (da 54mq a 68mq) e quattro persone (da 63mq a 77mq). La proposta è quella di definire il limite senza sovrapposizione e procedere per graduatorie parallele in base al combinato superficie/numero di componenti il nucleo. Per creare un circuito virtuoso, infine, per gli assegnatari di alloggi di emergenza e simili si introduce l’obbligo di presentare domanda ed accettare obbligatoriamente l’assegnazione di un alloggio di Erp.

Margherita Rinaldi

foto Giusy Marinelli

Abracadabra, la magia e la potenza della parola a Popsophia

Il festival nazionale Popsophia torna al Teatro delle Muse dall’8 all’11 maggio con un’edizione intitolata Abracadabra e dedicata a realismo magico, magia e pensiero superstizioso. Abbiamo chiesto alla direttrice artistica del festival di spiegare il senso di questo tema affascinante

di Lucrezia Ercoli

ABRACADABRA

Abracadabra è una parola magica con cui abbiamo familiarità. Tuttavia, come spesso accade quando si parla di formule incantate, non conosciamo il suo vero significato, la sua origine rimane misteriosa anche se è presente in tantissime lingue, dal tedesco al giapponese.

Sembra che la prima ricorrenza letteraria risalga al III secolo d. C., nel Liber Medicinalis di Quinto Sammonico Sereno, tutore dell’imperatore Caracalla. Scrivere la parola “abracadabra”, scrive Sereno nel suo trattato di medicina, è un rimedio infallibile contro la febbre causata dalla malaria. Abracadabra, dunque, è una parola apotropaica (dal verbo greco apotrepo che vuol dire “allontano”) che tiene a distanza le malattie: bisogna scriverla in un triangolo rovesciato, eliminando a ogni riga successiva l’ultima lettera della riga precedente, arrotolare il foglio di pergamena, legarlo con un filo di lino e portarlo legato al collo. Ecco un potentissimo amuleto per far scomparire i sintomi così come scompaiono, riga dopo riga, le lettere della parola.

La potenza dell’abracadabra è scomparsa con la medicina e la scienza moderne, ma la sua presenza si è moltiplicata nell’immaginario della cultura di massa. La formula è rilanciata dalla maledizione mortale ideata da J.K. Rowling nella saga di Harry Potter: pronunciare un “avada kedabra” significa far si “che la cosa sia distrutta”, una magia nera usata per far scomparire qualcuno, questa volta per sempre. Fino al recente brano di Lady Gaga, un ipnotico “abracadabra-oh-ga-ga” che diventa un tormentone radiofonico tra amore e morte, una lotta tra luce e tenebra nel cuore della cultura pop internazionale.

Le formule magiche – antiche e contemporanee – ci ricordano che le parole hanno da sempre un enorme potere nella nostra vita: le parole ci convincono, ci dissuadono, ci guariscono, ci ammalano. Le parole contengono una buona dose di magia e per questo sono affascinanti quanto pericolose. Il sofista Gorgia nel suo Encomio di Elena metteva in guardia dalle magie del linguaggio perché le parole sono “capaci di incantare, producono piacere e allontanano il dolore”.

PENSIERO MAGICO

Nel mondo completamente secolarizzato e disincantato, dove tutto sembra oggettivo, razionale e calcolabile, c’è ancora spazio per il “pensiero magico”?

L’incanto connesso alla magia non è semplicemente una fuga dalla ragione nelle tenebre dell’ignoranza. Il pensiero magico, al contrario, può aiutarci a riscoprire il senso più profondo delle domande filosofiche più radicali, quelle che nascono dalle cose meravigliose e terribili che non riusciamo a capire.

D’altronde gli eventi più importanti della nostra vita rimangono insondabili e imprevedibili, la realtà è piena di segni da decifrare e da interpretare, fili incomprensibili e misteriosi legano gli eventi più disparati.

Il filosofo “è un mago”, diceva Giordano Bruno che fu bruciato vivo proprio come eretico e mago, perché “è un sapiente dotato della capacità di agire”. Il filosofo unisce sapere e fare, cerca costantemente di avvicinarsi alla conoscenza delle connessioni che tessono la vita della natura, e di agire nel mondo secondo questi principi, andando al di là delle certezze della tradizione e dei pregiudizi del senso comune. Magia e filosofia, scrive il filosofo Massimo Donà, “sono due termini uniti e non contrapposti, due aspetti di una stessa ricerca” che è in grado di “rendere ragione del radicale mistero invincibilmente, arcanamente testimoniato dall’esperienza”.

Ma c’è l’altro lato della medaglia, a ogni magia bianca corrisponde una magia nera. E sono proprio i pensatori antichi a metterci in guardia dai ciarlatani che vogliono sfruttare la credulità popolare a proprio vantaggio. Già Platone nella Repubblica capeggia una polemica antimagica e si scaglia contro chi sostiene di piegare la divinità alla sua volontà “con certe fatture e certi legami magici”. Cosa avrebbe pensato della proliferazione di improbabili cartomanti, santoni e guaritori che si moltiplicano sul web?

TECNOMAGIA

Tommaso Campanella, nella sua opera Il senso delle cose e la magia, ricordava che tutte le scienze sono magiche, anche “l’invenzione dell’arco e delle stampe, e così l’uso della calamita”.

La tecnologia contemporanea è l’epigono di un fascino magico che ha origini antiche. Una tecnomagia che ci “affascina”, nel senso letterale del termine dal latino fascinum che significa malìa, ma anche amuleto. I moderni dispositivi tecnologici attuano su di noi una seduzione ambigua, un condizionamento magico come quello di chi ha subito un maleficio, come quello degli sciamani che vanno in uno stato di trance.

Viviamo in paesaggi virtuali e dialoghiamo con intelligenze artificiali: lo schermo dello smartphone è il contemporaneo “specchio magico” a cui chiediamo verità sul presente e profezie sul domani, da cui speriamo di avere avatar digitali per sconfiggere la morte o filtri d’amore per trovare l’anima gemella.

Se il filosofo vuole tornare ad essere un vero mago contemporaneo deve “comprendere e agire” all’interno di questa dimensione complessa, in un mondo ibrido tra reale e digitale, tra incanti e malefici, tra incantesimi e controincantesimi.

Ancona comune Plastic free anche per il 2025

La città di Ancona si conferma Comune Plastic Free per la raccolta e il riciclo dei rifiuti anche per l’anno 2025. La notizia arriva direttamente da Montecitorio, dove nei giorni scorsi, alla presenza di Mauro Rotelli, presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, si è tenuta una conferenza stampa indetta dal Plastic Free Onlus, organizzazione di volontariato, nata nel 2019 per contrastare l’inquinamento da plastica e con l’obiettivo di informare e sensibilizzare più persone possibili.
La prima candidatura risaliva al 2024 e già l’anno scorso l’Assessore al Volontariato civico Marco Battino aveva ritirato il premio – una tartaruga color oro, simbolo per eccellenza di un mare pulito e rispettoso della fauna – a Milano, alla presenza del Sindaco Giuseppe Sala e della vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli.
La riconferma per il Comune di Ancona arriva anche nel 2025: il capoluogo è plastic free insieme ai Comuni di Agugliano, Polverigi, Sirolo e Fermo e ad altri 117 Comuni italiani virtuosi. Sono difatti 122 le città, i paesi e i borghi che si sono distinti «contro gli abbandoni illeciti, nella promozione di comportamenti responsabili, nelle opere di sensibilizzazione sul territorio nonché per l’impegno per una gestione virtuosa dei rifiuti urbani», sulla base di 23 parametri. A ogni Comune Plastic Free verrà assegnato un livello di valutazione espresso in tartarughe: 1, 2 o 3, fino a un massimo di “3 tartarughe gol”.
Quest’anno la cerimonia per i comuni virtuosi si svolgerà sabato 8 marzo al Teatro Mediterraneo di Napoli. “Ritengo che la collaborazione tra le istituzioni, le associazioni come Plastic Free e i cittadini sia alla base di un reale cambiamento per il bene del pianeta” ha dichiarato Leonardo Puliti, referente regionale Marche-Umbria Plastic Free. “La collaborazione tra i Comuni e Plastic Free parte proprio dalla stipula di un protocollo d’intesa, cioè da un vero e proprio patto che ha l’obiettivo di generare benefici per il territorio, snellire gli iter burocratici favorendo le attività di volontariato e avvicinare l’Amministrazione ai cittadini impegnati nella tutela ambientale. Ai Comuni che hanno ottenuto il riconoscimento vanno i miei complimenti – conclude Puliti – soprattutto perché hanno adottando una serie di misure concrete volte a migliorare il proprio territorio per il bene dell’ambiente e delle future generazioni”.
“Si tratta di una grande riconferma per la città di Ancona – ha detto l’Assessore Battino – nominata per la prima volta Comune Plastic Free solo lo scorso anno. Nell’anno da poco concluso sono numerose le attività, non solo di raccolta, ma anche di sensibilizzazione, che abbiamo condotto sul territorio, per rimuovere, grazie all’aiuto dei cittadini di tutte le età, le più disparate tipologie di rifiuti, non solo in plastica. Quello dell’attenzione all’abbandono di rifiuti è un impegno che abbiamo assunto sin dall’inizio del mandato e per me è un onore vederci confermare questo riconoscimento, sintomo tangibile che la strada che abbiamo intrapreso è quella giusta e sta a noi avere la perseveranza di continuare a tenere alta l’attenzione sui temi dell’ambiente e dell’ecosostenibilità”. Per perseguire questo scopo, lo scorso novembre il Comune di Ancona ha rinnovato l’impegno all’ecosostenibilità, firmando il Protocollo d’Intesa con l’associazione.

Gli eventi realizzati ad Ancona nel 2024
Nel 2024 sono quattro gli eventi organizzati nel capoluogo regionale a sostegno dell’attenzione all’ambiente: a febbraio la raccolta dei rifiuti ha interessato il quartiere del Piano, ad aprile i volontari si sono spostati al Passetto, a giugno nel quartiere degli Archi e infine sono tornati al Passetto a fine estate per verificare la pressione antropica durante l’estate.
In occasione di quest’ultimo appuntamento, che si è tenuto sul finire di settembre ed ha interessato la zona del Passetto, compresa la pineta e il parco adiacente, ha fatto registrare un quantitativo di rifiuti pari a 126 chilogrammi, con una massiccia presenza di mozziconi di sigaretta, pericolosi tanto per l’ambiente quanto per gli animali. In quella particolare occasione, inoltre, le volontarie di Impronta Animale hanno illustrato alle decine di partecipanti intervenuti i rischi concreti connessi alla presenza dei mozziconi in mare, a danno dell’intero ecosistema marittimo.
“Siamo orgogliosi di aver registrato, nel corso dei diversi clan up effettuati in giro per la città un’adesione crescente, prova evidente dell’attenzione sempre più avvertita nei confronti di un tema che riguarda tutti quanti noi; alla luce di questo secondo riconoscimento mi sento di ringraziare tutti coloro che hanno preso parte ai nostri eventi, nonché l’associazione Plastic Free, la cui partnership favorisce concretamente una crescente consapevolezza non solo verso l’ambiente in sé, bensì sull’importanza di azioni di salvaguardia” conclude l’Assessore Marco Battino.
Il prossimo appuntamento con Plastic Free ad Ancona sarà sabato 15 febbraio: la raccolta di plastica interesserà il tratto di spiaggia antistante la zona di Collemarino.

Nicola Piovani e la natura immensa invisibile

“Un giovane, uno studente che vuole sapere cos’è un concerto sinfonico, dovrebbe avere un’orchestra come questa”. Nicola Piovani, compositore, pianista e premio Oscar nel 1999 per La vita è bella (1997) di Roberto Benigni, parla dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana, una delle tredici ICO (Istituzioni concertistico-orchestrali) in Italia: “Una formazione di un livello che tutte le regioni dovrebbero avere”.

Piovani ha diretto la FORM in un tour marchigiano partito proprio da Ancona, con il concerto nella nuova Aula Magna “Guido Bossi” dell’Università Politecnica delle Marche, inserito nel cartellone di Ancona Classica, una stagione di grande musica. “Abbiamo lavorato bene per tre giorni; questa è una di quelle orchestre con cui ti godi il lavoro perché lavora, cercando sempre di migliorarsi e provare ti dà soddisfazione. Il programma è composto da opere che non sono di repertorio, le musiche vengono lette per la prima volta e trovare il bandolo della matassa non è facile”. Quattro concerti straordinari, teatri pieni di pubblico, bis e grandi ovazioni, da Ancona a Fermo, da Pesaro ad Ascoli Piceno.

Il pubblico ha potuto ascoltare un brano tra i più interessanti di Piovani: Il canto dei neutrini, composizione per violoncello, suonato dalla bravissima Ludovica Rana, e orchestra che mette in luce tutta la sua raffinata arte musicale. “Gli artisti cantano la natura: il tramonto, il cielo stellato, la tempesta di mare, la nebbia. Cantano la natura visibile fino al Novecento, da quel momento in poi, grazie agli studi di grandi scienziati, abbiamo capito che c’è una natura immensa invisibile: è qualcosa di stupefacente. La maggior parte delle grandi realtà che esistono non si vede, non si tocca e non si sente. Quindi ho voluto scrivere questo aspetto della natura, immaginando la vita misteriosa di queste particelle. La musica è la lingua adatta a raccontare il non verbalizzabile, il non semantico, quindi si può raccontare la bellezza di questa realtà non percepibile”.

Il Maestro Piovani, che è salito sul podio della FORM per la prima volta, ha poi eseguito alcune suite di sue famosissime colonne sonore composte per pellicole di culto dello stesso Benigni, dei fratelli Taviani, di Fellini. “Le musiche de La vita è bella sono note in tutto il mondo e per me è gratificante. Devo dire che il complimento più commovente della mia vita l’ho ricevuto in Grecia. Mi ero meravigliato che tutti conoscessero la canzone Mal di luna, il secondo episodio del film Kaos di Paolo e Vittorio Taviani e mi fu detto che in quel Paese ero molto amato per la mia musica e non per i miei successi. Ecco questo ha rappresentato un aiuto a vivere bene”. E poi una riflessione sul mondo del cinema: “Scrivere musica per il cinema è un lavoro da drammaturgo musicale. I grandi compositori hanno inventato il racconto cinematografico con la musica. Oggi è diverso: ci sono le serie ed è cambiata anche la durata e la fruizione, non più in una sala cinematografica. Nessuna intelligenza artificiale avrebbe inserito lo scacciapensieri nel Far West: quella fu una grande intuizione. Quindi i nuovi artisti devono studiare e inventare qualcosa di nuovo, come fece Ennio Morricone”.

Carlo Scheggia, responsabile Comunicazione FORM Orchestra Filarmonica Marchigiana

Un nuovo Patto per la lettura

Nati per leggere, Tutti i modi per leggere, Nati per la musica, Mamma Lingua, Read More, Bill- Biblioteca per la Legalità. E ancora, Gruppo di Lettura per adulti, La biblioteca a casa tua. Sono solo alcuni dei titoli di altrettanti progetti sviluppati nel tempo dalla Biblioteca civica Benincasa di Ancona grazie ai quali l’Amministrazione comunale di Ancona ha ottenuto dal 2018 il titolo di “Città che legge”, riconoscimento assegnato dal CEPELL, Centro per la Lettura e il Libro. A promuovere il capoluogo per questo riconoscimento lusinghiero, il buon numero di biblioteche pubbliche esistenti, tra le quali la popolare Biblioteca dei Ragazzi A. Novelli, e l’’impegno attivo e costante del Servizio Biblioteche del Comune con a capo la Benincasa.

Questo riconoscimento prevede che la città si doti di uno strumento partecipativo di durata quadriennale che realizzi tutte le iniziative e i progetti che valorizzano la lettura ed il libro declinati con diverse modalità, a seconda del target di riferimento: il Patto per la Lettura. A distanza di tre anni dalla prima positiva applicazione su scala comunale, per meglio raggiungere gli obiettivi prefissati, è emersa l’esigenza da parte della Giunta di rinnovare il Patto per la Lettura per confermarne la validità dei propositi e dei contenuti, monitorare le adesioni acquisite e aprirsi a nuovi partner per proiettarsi verso azioni future. In particolare le nuove finalità del patto, la cui sottoscrizione non prevede vantaggi o oneri economici. Rispetto al precedente patto, oltre alla durata quadriennale, dovranno essere segnalate le modalità di rinnovo e l’individuazione di obiettivi operativi precisi.

Il Patto approvato in Giunta sarà sottoposto a tutti i soggetti pubblici e privati che dimostrino di aderire ai principi del documento e che svolgano o vogliano svolgere attività di promozione della lettura coerenti con le finalità di riportate, vale a dire:- riconoscere l’accesso alla lettura quale diritto di tutti;- rendere la pratica della lettura un’abitudine sociale diffusa, capace di entrare nell’immaginario collettivo e promuovere, attraverso la lettura, l’apprendimento permanente- avvicinare alla lettura:• i non lettori, con particolare riferimento alle famiglie in cui si registra un basso livello di consumi culturali;• i bambini sin dalla prima infanzia:• i nuovi cittadini;- aiutare chi è in difficoltà offrendo la possibilità di leggere: • nelle carceri,• negli ospedali,• nei centri di accoglienza,• nelle case di riposo, ecc.- promuovere azioni di lettura inclusiva riconoscendo nel leggere un’azione positiva che permette di superare i gap di abilità sensoriale e di apprendimento e creare coesione sociale;-avvicinare alla lettura chi non legge e rafforzare le pratiche di lettura nei confronti di chi ha con i libri un rapporto sporadico per allargare la base dei lettori abituali;- coinvolgere i lettori abituali in iniziative di promozione alla lettura; – sostenere la pratica della lettura ad alta voce; – stimolare il protagonismo dei lettori come divulgatori del piacere di leggere; – valorizzare e promuovere tutti i luoghi della lettura, sia quelli istituzionali e strutturati, sia quelli informali e spontanei; – favorire un’azione coordinata e sistematica di moltiplicazione delle occasioni di contatto e di conoscenza fra i lettori e chi scrive, pubblica, vende, presta, conserva, traduce e legge libri, dando continuità e vigore alle iniziative di promozione alla lettura già collaudate, sviluppandone sempre di nuove e innovative e creando ambienti favorevoli alla lettura.

Questa alleanza per la lettura e il libro articolata sul territorio, viene resa ufficiale tramite la sottoscrizione del Patto da parte di tutti i soggetti coinvolti che faranno capo ad un tavolo di coordinamento, deputato a elaborare strategie comuni di promozione della lettura coordinato dalla Biblioteca comunale Benincasa. Il modulo per l’adesione sarà pubblicato sul sito del Comune di Ancona e su quello della Biblioteca, a cui ci si potrà rivolgere per tutte le informazioni del caso.

Federica Zandri

La banca dati del tessuto ad Ancona con la Congrega

Nel nome e nella storia di via degli Orefici sta scritto il destino di questa piccola traversa che congiunge piazza del Papa con la parte bassa di corso Mazzini: ospitare cose preziose. Una di queste è la Congrega, un negozio, laboratorio, piccolo atelier e piccolo museo che ti accoglie con la sua luce densa, nel timbro e nell’atmosfera. È raro entrare lì senza sentire sin da subito il rumore della macchina per cucire di Emanuela. La senti, ma non la vedi prima di aver attraversato il corridoio pieno di tende, cuscini, pizzi del passato e ricami del presente.
Quasi sempre è a metà del corridoio, quando questo si allarga in una grande nicchia al centro della stanza, che incontri Valeria ed Emanuela, al lavoro attorno a un tavolo, con la macchina da cucire veloce e modernissima, pezzi di stoffa e di carta, matite, spille, aghi e disegni. È lì che si trova il crocevia tra il passato e il presente, non solo della Congrega, ma anche, e soprattutto, di una tra le arti manuali meno longeve, quella del ricamo e dei tessuti, arte non durevole perché facilmente usurabili sono i materiali di cui si nutre e in cui trova sostanza. Nonostante quest’ultimo aspetto però, la Congrega ha raccolto la sfida di fermare il tempo, catalogando circa quattromila pezzi, conservandoli e ricostruendone la storia: tessuti, ma anche abiti, cappelli, borse, acquisiti negli anni, alcuni letteralmente raccolti dalla strada. Con essi è stata creata una banca dati dei tessuti, che esiste ad Ancona dal 2008. Valeria David, che la Congrega l’ha creata, racconta questa storia, nata quasi per caso e culminata nel laboratorio-negozio di via degli Orefici.
La Congrega nasce alla fine degli anni ’70, quando il vintage non era un trend e l’usato era un’opportunità per molti per poter indossare un capo iconico o un vestito di qualità. Era, quindi, un negozio di abiti usati e chi, anconetano, sta almeno intorno alla cinquantina, ricorda il tempo in cui si andava da loro a comprare una giacca di renna, un jeans, un vecchio Burberry: abiti, accessori e oggetti che un tempo, prima della grande livella della globalizzazione, molti si potevano permettere solo di seconda mano. Il progetto della banca dati dei tessuti nasce invece nel 2008, quando la Regione propone un finanziamento per attività che valorizzino il centro storico. La Congrega aderì a questo progetto, nella convinzione che tutto il materiale raccolto negli anni potesse effettivamente contribuire a valorizzare il centro storico.
“Noi – racconta Valeria – siamo uno dei primi negozi del vintage del centro Italia, nato alla fine degli anni ’70, quando si andava nei mercati a cercare le cose che poi si sarebbero vendute, come i jeans e le giacche di renna. Io mi imbattevo in oggetti di cui non conoscevo bene la storia, però mi rimanevano ‘attaccati nelle mani’ perché mi incuriosivano e mi interessavano”. Il fatto di aver messo mano a materiale tessile che proveniva da tutto il mondo deriva proprio da questa esperienza nei grandi mercati dell’usato. “Tutto quello che è collezionato qua – prosegue – all’epoca erano scarti. Molto arrivava dagli aiuti che gli americani avevano mandato all’Italia nel dopoguerra. Napoli era il centro di questo mercato, perché i napoletani che erano emigrati in America avevano creato questo ponte. Resina a Ercolano, che è il mercato dell’usato più grande d’Italia, nasce con questa finalità. Poi per noi questa curiosità per il tessile come materiale che ti apre a infinite storie, infinite conoscenze, è diventato un motivo di studio”.
La prosecuzione del percorso della Congrega avviene dunque da una crescita culturale importante: “abbiamo frequentato una scuola di riconoscimento dei tessuti a Firenze, ci siamo evolute, abbiamo imparato. E questo ci ha permesso di rileggere tutte quelle cose che erano state acquisite così, solo per il gusto di lasciarsi prendere da oggetti che parlavano, che avevano quel ‘qualcosa’, per le fogge, per i colori, per i materiali. Poi è stato bellissimo andare a rivisitarli con nuove conoscenze e infine, grazie al progetto della Regione, abbiamo potuto fare una catalogazione”.
Da quella catalogazione è nata la banca dati, cioè l’insieme dei pezzi storici collezionati, che fisicamente trova posto in uno spazio al piano di sopra del negozio, ma in gran parte anche nel negozio stesso, visibile a tutti, in fondo al corridoio delle meraviglie che ti accoglie quando entri: raccoglitori di metallo bianco e vetro, con le ante scorrevoli e i numeri di catalogazione sugli scaffali, fanno da cornice a un secondo tavolo da lavoro, dove l’ispirazione per le nuove creazioni è sicuramente alimentata dall’energia positiva di tutta quella storia. È lì che prende forma la conversazione con Valeria David, mentre in sottofondo continua a ‘suonare’ la macchina per cucire di Emanuela Micucci e si rincorrono le voci delle clienti, ma anche delle amiche e degli amici che passano per un saluto o per una chiacchierata. E così, tra i fili e le tele, arrivano i racconti di Graziella, di malanni e zeppole di Carnevale, e quelli di Andrea, degli orti urbani di Ancona, della scrittura, degli anni ’70. L’Andrea che ci fa visita è Andrea David, il fratello di Valeria, che realizzava le borse in via degli Orefici nel primo negozio, aperto nel 1977, al quale nel 1982, una volta divisa l’attività, è seguito, a pochi metri di distanza, il secondo, la Congrega di oggi.
Anche queste storie fanno parte a pieno titolo del percorso, che ha avuto un’altra svolta quando è entrata in gioco la professionalità grafica di Emanuela Micucci, che ha frequentato un’importante scuola di fumetto e oggi con il filo fa quello che aveva imparato a fare con la matita. “Contemporaneizziamo la tradizione – ci spiega lei stessa – e non ci rimaniamo legati. Ci piace, sul mercato, ripercorrere anche il nostro periodo. La mia ambizione era quella di diventare una illustratrice e una fumettista. Oggi disegno con il filo quello che avrei voluto disegnare con la matita. Mi sono trovata in questo mondo per caso: quando in negozio c’era l’abbigliamento, io, studentessa di lettere, venivo nei fine settimana per aiutare. E poi sono rimasta. L’utile è diventato il dilettevole, che a sua volta è diventato l’utile. Mi sono ritagliata la mia nicchia: Vale è più ricercatrice, io sono più artigiana, sono quella a cui piace mettere le mani in pasta”. Con Emanuela la Congrega è diventata anche narratrice dell’oggi: “raccontiamo le nostre storie, le storie della città, le storie delle persone, che ce le raccontano, e noi le facciamo diventare ‘tessili’. Quello che mi piace di più è rendere questo posto un laboratorio, in cui le persone arrivano, si fermano, raccontano”. Proprio come Graziella e Andrea in questo pomeriggio.
La storia del filo e del ricamo attraverso i secoli ci dice che la svolta narrativa contemporanea della Congrega ha radici profonde. Senza scomodare la valenza storico culturale dell’Arazzo di Bayeux, la nostra memoria collettiva ricorda ancora che l’arte di disegnare con il filo, e in particolare il ricamo, è, ancestralmente, un potente strumento di racconto del passato e del presente, affidato alle mani di donne e di uomini quasi sempre sconosciuti alla storia, che hanno prestato la propria perizia alla forza delle culture, delle tradizioni, dei fatti, delle idee che fissavano sulla stoffa. Questo emerge, ad esempio, da uno dei pezzi più importanti della collezione della Congrega: una stola cerimoniale ucraina che rappresenta l’albero della vita e, ai bordi, lo anima con la narrazione del ciclo dell’esistenza: una donna incinta con le braccia alzate (dalla cui sagoma ha origine l’albero), che in una progressione figurativa diventa spiga di grano e ritorna, infine, donna incinta, simbolo della rigenerazione attraverso la terra. È un ricamo realizzato nei colori del bianco e del rosso che, esplorando l’archivio, si scoprono ricorrenti nel tempo e nello spazio, insieme con il nero, per rappresentare, al di là delle singole culture, l’inizio con il latte materno, il percorso dell’età matura (rosso ovunque colore del sangue e della vitalità), e la tinta nera, ossia l’acromia della morte. Questi colori consentono così di trovare un’armonia nascosta che avvicina uno scialle che viene da una casa di Camerino al frammento di un abito palestinese, che attraverso le stesse cromie esprime lo stesso significato. E il concetto diventa chiaro quando Valeria estrae dagli espositori una rete da pesca e un quadratino di filet, una tecnica di ricamo dove appunto la figurazione si realizza su uno sfondo retinato: “la rete da pesca forma le proprie maglie con quattro nodi. La stessa rete e la stessa lavorazione le ritroviamo nel filet. Sono ‘invenzioni parallele collettive’. Nel momento in cui queste cose non potevano incontrarsi, sono state create”. E c’è l’albero della vita anche al centro di un altro pezzo importante della collezione, una stola cerimoniale turca della fine del ‘700, la cui immagine entrerà in una pubblicazione dell’Università La Sapienza di Roma che si occupa della mappatura dei musei e degli archivi riferiti alla moda in Italia. Il progetto, finanziato con i fondi del Pnrr, rientra nel CHANGES – Cultural Heritage Active Innovation for Sustainable Society, che supporta l’innovazione nel settore del patrimonio culturale.
Il racconto si chiude, e resta aperto, con una riflessione sulla fruibilità di questo materiale, che ai tessuti storici affianca anche importanti testimonianze della moda, a partire da epoche molto lontane. Dagli scaffali saltano all’occhio ad esempio una marsina del 1700, accanto a un completo nero scintillante di Christian Dior risalente agli anni Sessanta del Novecento, cappelli e borse di ogni foggia e materiale. Attualmente Valeria ed Emanuela raccontano la collezione ai loro clienti, che possono conoscerla in negozio, e ai turisti, che – affermano – “sono affascinati da questo racconto”. Organizzano mostre a tema, laboratori pratici in cui si usano i tessuti per nuove creazioni e hanno realizzato alcune pubblicazioni. In passato, anche prima che la banca dati prendesse forma e sostanza, diverse case di moda hanno attinto a questo materiale per i propri progetti. Ma la volontà e la speranza è quella di trovare un supporto per valorizzare ancora di più e meglio questa ricchezza che, come Valeria ed Emanuela avevano intuito all’inizio dell’avventura, è un segno distintivo per il centro storico di Ancona, nato e cresciuto, per di più, in un luogo della città in cui le cose belle sono di casa.

Margherita Rinaldi

Anziani: si sperimentano gli alloggi tecnologici

Con la casa domotica gli anziani con disabilità potranno riacquistare indipendenza. Cucina, salotto e altre parti dell’abitazione saranno dotate delle soluzioni tecnologiche più all’avanguardia che si accompagneranno ai sistemi di telesoccorso e telecontrollo, servizi socio-assistenziali accessori di supporto all’autonomia, volti a promuovere la continuità e la qualità della vita.

Affrontare questa tematica diventa sempre più impellente in una città, come quella di Ancona, dove si sta registrando un progressivo aumento della popolazione anziana che per le statistiche è individuata come over 65enne. I dati Istat raccontano che siamo passati dai 23mila over 65 del 2002 agli oltre 26mila del 2024 su 99mila cittadini dorici, molti dei quali debbono fare i conti con la disabilità.

La sperimentazione di questo nuovo progetto coinvolgerà 21 anziani in condizione di disabilità media, grave o non autosufficienza, con lo scopo di collaudare soluzioni residenziali facilitate nelle quali le persone con disabilità possano vivere in autonomia. Gli alloggi da destinare alla sperimentazione saranno 17.

A tal proposito è stata siglata una Convenzione tra ERAP Marche e  Ambito Territoriale Sociale XI per la realizzazione dell’intervento di manutenzione straordinaria degli alloggi attraverso l’adeguamento degli immobili, l’esecuzione di lavori di riparazione e ripristino, di adattamento tecnologico e funzionale degli spazi abitativi, l’inserimento di domotica nonchè l’arredo della cucina-angolo cottura, in regola con le norme di sicurezza e con un finanziamento massimo destinato dall’Ambito Territoriale Sociale XI (ATS) all’ERAP di 443.427 euro.

“Sono molto soddisfatta del lavoro svolto dagli Uffici dell’Ambito Sociale che hanno portato prima alla firma della Convenzione con Erap e poi alla stesura del presente bando – afferma l’assessore ai Servizi Sociali, Manuela Caucci – . Tutto ciò è certamente una risposta concreta non solo alle sempre più emergenti problematiche relative alla gestione della “non autosufficienza”, ma anche e soprattutto, alle famiglie delle persone disabili ed anziane, che purtroppo, spesso non riescono ad avere il giusto sostegno. Questo è un importante passo avanti per una città sempre più inclusiva ed attenta ai più fragili “.

Fissato il percorso della sperimentazione che partirà con l’assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica con dotazioni strumentali innovative, domotizzate e tecnologiche; l’erogazione di servizi accessori, in particolare legati alla domiciliarità, che garantiscano la continuità dell’assistenza, secondo un modello di presa in carico sociosanitaria (Servizio di assistenza domiciliare, pasti a domicilio, telesoccorso e telecontrollo, ecc.).

La prima sperimentazione vedrà coinvolti 21 anziani in condizioni di disabilità certificata che verranno ospitati in 17 alloggi riservati, da occupare soli o in coppia (coniugi, coppie di persone legate da rapporti di parentela/conoscenza in possesso del requisito di età e di residenza, fratelli, familiari, ecc…).

L’accesso sarà subordinato alla presentazione della domanda a cui fa seguito la valutazione dell’équipe multidisciplinare appositamente costituita, al fine di redigere il progetto assistenziale individualizzato per ciascun beneficiario. Requisiti per la presentazione della domanda sono disponibili sul sito del Comune di Ancona a questo link:

https://www.comuneancona.it/wp-content/uploads/2025/02/avviso-anziani-25.pdf mentre la scadenza per la apresentazione delle domande è stabilita per il 31 marzo alle ore 12.00.

Rosanna Tomassini

Con Arpam si apre la nuova fase della politica ambientale

Sarà l’Arpam, l’Agenzia regionale per l’ambiente delle Marche, a gestire il Piano per l’inquinamento ambientale della città di Ancona. La giunta comunale ha infatti approvato nei giorni scorsi la proposta progettuale ARPAM PIA 25-27 e a breve l’Agenzia firmerà un accordo con il Comune per procedere con la gestione.

Arpam ha già stilato un progetto operativo, che prevede l’approfondimento della conoscenza della qualità dell’aria della città di Ancona e area portuale, una serie di proposte di intervento e supporto nelle azioni di mitigazione degli impatti, la valutazione delle esposizioni ambientali e la sorveglianza epidemiologica della popolazione residente nel comune di Ancona, le necessarie campagne di informazione e comunicazione.

Obiettivo principale del progetto è quello di descrivere lo stato di salute della popolazione attraverso l’utilizzo di flussi di dati correnti, di mettere in campo, ove necessario, interventi di prevenzione e di valutare l’efficacia dei programmi di intervento già attuati o in attuazione. Tutto ciò, in forma congiunta, con la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti nell’attività di miglioramento della qualità dell’aria, conciliando le esigenze di sviluppo economico con la necessità di tutela dell’ambiente e della salute della popolazione. Gli esiti delle analisi effettuate e l’esame delle informazioni storiche saranno esaminate da tavoli tecnici predisposti per l’individuazione delle azioni di limitazione degli impatti dell’inquinamento atmosferico analizzato. I dati raccolti dai monitoraggi Arpam, in associazione con i dati sanitari ufficiali disponibili, saranno inoltre necessari ad avviare un sistema di sorveglianza epidemiologica dello stato di salute della popolazione comunale. Per le azioni del PIA è stata stanziata una somma di 195 mila euro, ripartita in parti uguali (65 mila euro) per gli anni 2025-2026-2027.

La nuova configurazione gestionale, inoltre, ha determinato anche l’aggiornamento del gruppo di progetto, al quale parteciperanno il direttore scientifico dell’ARPAM e suoi collaboratori, il Segretario generale del Comune, il dirigente del servizio Ambiente, i dirigenti coordinatori delle aree Pianificazione urbana e ambientale e dell’area Contratti e servizi, il dirigente del servizio Politiche socio-assistenziali e coordinamento ATS11, il personale amministrativo e tecnico appartenente alle aree e ai servizi, di volta in volta individuati sulla base delle esigenze. Anche la cabina di regia politico-tecnica per la condivisione degli indirizzi e delle informazioni, oltre che per il monitoraggio del progetto è stata aggiornata. Presieduta dal Sindaco, è ora composta dall’assessore ai Servizi sociali e politiche sociosanitarie, dall’assessore all’Università, dal Consigliere delegato del Sindaco al Piano per l’inquinamento ambientale Annalisa Pini, dal Segretario generale, dai dirigenti dell’area Pianificazione urbana e ambientale, dell’Area Contratti e Servizi, del sevizio Ambiente, del servizio Politiche socio-assistenziali e coordinamento ATS11. Il Consigliere comunale delegato al PIA Annalisa Pini rappresenterà l’Amministrazione Comunale anche nel Tavolo Interistituzionale, intersettoriale e multidisciplinare del progetto “Sostenibilità per l’ambiente e la salute dei cittadini nelle città portuali in Italia” collegato al Piano nazionale investimenti complementari al PNRR.

Il Progetto ARPAM per Ancona

E’ proprio l’Arpam con una scheda tecnica realizzata per ComunicAncona, a descrivere gli assi portanti del progetto. “L’impegno dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche (ARPAM) – si legge nella scheda – si fonda su cinque colonne portanti. Ciascuna di queste vede l’Agenzia impegnata in attività scientifiche e tecniche. Il team di esperti Arpam coinvolti possiede una vasta esperienza nel monitoraggio ambientale, nella modellizzazione atmosferica e nella gestione dei dati epidemiologici. Gli operatori Arpam garantiscono quindi un’analisi rigorosa e affidabile, fornendo dati validati e informazioni cruciali per la definizione delle sempre più necessarie strategie di mitigazione dell’inquinamento”.

Monitoraggio e mitigazione dell’Inquinamento atmosferico ad Ancona: il progetto vede in primo luogo l’ARPAM impegnata in un programma di monitoraggio avanzato che prevede l’utilizzo di un laboratorio mobile di ultima generazione dotato di strumentazione certificata per l’analisi della qualità dell’aria, che sarà utilizzato per consentire la migliore integrazione dei dati delle stazioni fisse già presenti sul territorio.
Caratteristica peculiare del nuovo laboratorio mobile è, fra le altre innovazioni tecniche, la dotazione di un analizzatore specifico per il black carbon, un componente del particolato atmosferico derivante principalmente dalla combustione incompleta di combustibili fossili e biomasse, che consente di quantificare la concentrazione di black carbon in tempo reale, fornendo dati essenziali per comprendere la sua origine e il suo impatto sulla qualità dell’aria e sulla salute umana.
Al laboratorio mobile si aggiunge, con collocazione in siti distribuiti in punti strategici della città appositamente individuati, una rete di sensori che fornirà dati cruciali per classificare le principali sorgenti emissive e migliorare i modelli previsionali della dispersione degli inquinanti atmosferici monitorati.
Oltre ai consueti inquinanti monitorati, ossia PM10, PM2.5, Ossidi di azoto (NOx), Biossido di zolfo (SO2), e Benzene (C6H6), ARPAM sarà infine in grado di effettuare, grazie al proprio laboratorio dedicato, accurate analisi chimiche per l’individuazione della presenza di metalli, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e marker specifici della combustione di biomassa, fornendo così una caratterizzazione approfondita del particolato atmosferico.

Utilizzo della modellistica su microscala: un elemento chiave del progetto PIA 25-27 è l’uso della modellistica su microscala, che consente di analizzare con maggiore precisione la dispersione e la deposizione degli inquinanti atmosferici nelle diverse aree urbane e portuali della città. “Questa metodologia – spiegano gli esperti Arpam – permette di identificare i punti critici dell’inquinamento con un dettaglio senza precedenti, fornendo dati essenziali per l’implementazione di interventi mirati di mitigazione. Grazie a modelli avanzati, è infatti possibile valutare l’efficacia di strategie come la creazione di barriere verdi, la modifica della viabilità e l’ottimizzazione della gestione del traffico, migliorando così la qualità dell’aria in modo più efficace.

Proposte di intervento e strategie di mitigazione: sulla base dei dati raccolti, la collaborazione tra ARPAM, Comune di Ancona e gli altri soggetti istituzionali coinvolti permetterà di sviluppare in sinergia strategie di riduzione dell’inquinamento atmosferico. A questo fine, aspetti innovativi del progetto sono l’impiego di software avanzati per simulare la dispersione e la deposizione degli inquinanti, tenendo conto delle condizioni microclimatiche e della presenza di eventuali ostacoli urbani, e l’utilizzo dei dati satellitari forniti dal programma Copernicus.

Sorveglianza epidemiologica e valutazione degli impatti sanitari: un ulteriore pilastro del progetto è lo studio dell’impatto dell’inquinamento sulla salute pubblica. Il servizio di Epidemiologia ambientale dell’ARPAM condurrà studi approfonditi sull’esposizione della popolazione agli inquinanti atmosferici, utilizzando i modelli di dispersione atmosferica combinati con i dati sanitari regionali. Questi studi potranno fornire dati e indicazioni ulteriori per proporre interventi di prevenzione mirati e supportare la pianificazione di politiche ambientali efficaci per la tutela della salute pubblica.

Competenza e professionalità: Il team di esperti Arpam coinvolti possiede una vasta esperienza nel monitoraggio ambientale, nella modellizzazione atmosferica e nella gestione dei dati epidemiologici. Grazie alla loro preparazione scientifica e tecnica, gli operatori ARPAM garantiscono un’analisi rigorosa e affidabile, fornendo dati validati e informazioni cruciali per la definizione delle sempre più necessarie strategie di mitigazione dell’inquinamento.

Margherita Rinaldi

Claudio Baglioni fa tris alle Muse

Non sorprende il successo registrato da Claudio Baglioni che in tre serate consecutive -il 2, il 3 e il 4 febbraio- ha riempito il Teatro delle Muse con il concerto “Piano di volo Solo Tris”, una performance della durata di 3 ore durante la quale si è alternato tra tre pianoforti e tra canzoni e racconti di memorie e aneddoti. Uno spettacolo entusiasmante, preparato con grande cura e settimane di prove estenuanti, da grande professionista quale è, che ha riempito di gioia il suo pubblico accorso da più parti. A salutarlo dietro le quinte, poco prima di salire sul palco l’ultima sera, gli assessori al Turismo Daniele Berardinelli e alla Cultura, Marta Paraventi, accompagnati dal Presidente di Marche Teatro, Valerio Vico. All’artista i rappresentanti delle istituzioni hanno donato due volumi, uno dei quali sul Teatro delle Muse, invitandolo – in particolare l’assessore al Turismo- a ritornare per godere in tranquillità delle bellezze del territorio.